di Paolo Lepri
Peer Steinbrück, l'uomo che fra un anno sfiderà Angela Merkel, è noto anche per il suo tagliente sarcasmo. E non vuole smentire la sua fama. Accetta volentieri le congratulazioni per la sua nomina a candidato cancelliere della Spd, ma aggiunge subito: «C'è anche chi mi fa le condoglianze». Siamo al Willy-Brandt Haus, il quartier generale e la casa della cultura dei socialdemocratici tedeschi, dove lavora in una stanza luminosa, all'ultimo piano, che guarda verso gli spazi sterminati del quartiere di Kreuzberg.
Questa al Corriere è la prima intervista che l'ex ministro delle Finanze nel governo di grande coalizione, 65 anni, concede a un giornale straniero dopo la sua investitura. Dal 2005 al 2009 ha collaborato con la sua avversaria. Ma più che al passato, Steinbrück vuole guardare al futuro e a come costruire, con tutto il rigore che lo contraddistingue, un'alternativa alla coalizione nero-gialla (cristiano-democratici, cristiano-sociali e liberali) che guida la Germania.
Le critiche sui lauti compensi percepiti negli ultimi anni per discorsi e interventi non sembrano averlo demoralizzato. Anzi. Nei giorni scorsi ha detto che aver indicato dettagliatamente tutte le somme ricevute è stato «un esempio» che tutti dovranno seguire. Oggi arriva in Italia per incontrare il presidente del Consiglio Mario Monti e il segretario del Partito democratico Pier Luigi Bersani. In camicia bianca senza giacca, cravatta rossa, fa capire di non aver tempo per molti altri preamboli….
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