Emma Bonino risponde all'appello del comitato promotore di "Se non ora quando" che la invitava a fare pressioni sul collega di partito Beltrandi affinché votasse in Commissione di vigilanza il Cda Rai.
Care amiche di Se non ora quando,
Intanto grazie per la vostra attenzione, così insistente nelle ultime 12 ore. È una novita e, spero, buon segno per future collaborazioni, pur nelle differenze che ci sono reciprocamente note e relative a questioni concernenti metodi, regole, merito, trasparenza, che sono per me e per noi Radicali parte integrante e imprescindibile della ultra decennale lotta per il cambiamento e il rinnovamento del Paese, compresa la valorizzazione del patrimonio al femminile. Ma appunto, è una lunga storia reciprocamente nota.
Nello specifico non ho alcuna pressione da fare sul deputato radicale Beltrandi, perché ne condivido impostazione e motivazioni, come ho chiaramente detto alla conferenza stampa cui mi avete gentilmente invitata. La vicenda del consiglio di amministrazione della Rai, così come quella delle nomine passate, è semplicemente uno scempio di tradizionale lottizzazione, certamente non "nobilitata" dall'inserimento dell'elemento femminile. Anzi, forse è il contrario.
Rimango convinta che il fine non giustifichi i mezzi, ma che, invece, i mezzi prefigurino il fine, e che solo un mutamento radicale in tutte le procedure di elezione/nomina (quindi non la farsa dell'invio dei CV, ma selezioni, audizioni, merito, trasparenza e competenza, che pur in assenza di legge i partiti politici potevano tranquillamente decidere di istituire, come da Beltrandi e da noi richiesto da tempi non sospetti e per tutte le nomine) può portare davvero alla valorizzazione del patrimonio al femminile.
Infine, di Pari o Dispare sono Presidente onoraria. Pari o Dispare ha una presidente effettiva, una segretaria e un comitato direttivo, regolarmente eletti in assemblee pubbliche, ed ha iniziative e posizioni politiche; anche quelle note e conosciute, e non necessariamente coincidenti con le mie.
Emma Bonino