di Luca Sofri
Una nuova storia di notizie-che-non-lo-erano racconta spettacolarmente le contraddizioni e le tortuose vie dell’informazione accurata e trascurata italiana. La racconto vista dalla redazione del Post, ma sarebbe bello avere altri punti di vista, visto che coinvolge direttori e giornalisti di molti giornali italiani.
Domenica una ragazza nera di vent’anni ha raccontato alla polizia di essere stata aggredita da alcune persone che le hanno dato fuoco e hanno scritto “KKK” sulla sua macchina, in un parco a Winnsboro in Louisiana. La notizia ha avuto spazio nella stampa locale e delle brevi sui siti di news nazionali, in spazi molto marginali: probabilmente, come avviene di solito con i media americani, in attesa di maggiori informazioni.
Al Post neanche ce ne siamo accorti, quel giorno, confesso. Cambio scena. Martedì mattina il Corriere della Sera annuncia con comprensibile orgoglio, sia con editoriali sul giornale di carta, che sul sito e sui social network, di avere fatto un accordo col sito Factchecking.it, per coinvolgere i lettori nella verifica sulle notizie pubblicate. Factchecking.it è una bella iniziativa nata la scorsa primavera, che sul Post raccontò allora un suo fondatore: e così martedì mattina ci uniamo su Twitter ai complimenti al Corriere per l’idea di sfruttarla.
Il problema della scarsa affidabilità e verità delle notizie pubblicate sui media italiani non devo stare io a spiegarvelo, né a misurarne la dimensione: sarei ridondante e noioso (lo sono, di fatto, anche con questo racconto). Quindi un cambio di rotta a favore di maggiori attenzioni è un’ottima notizia. Una notizia. Passano alcune ore...
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