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18/11/24 ore

L’economista Clyde Prestowitz: “Hong Kong non è una questione di mercati. È un conflitto tra democrazia e dittatura”



intervista di Francesco Semprini 

(da La Stampa)

 

«Quanto sta accadendo ad Hong Kong è parte di un conflitto molto più ampio tra democrazia e chi nega di fatto lo stato di diritto ovvero Pechino». A dirlo è Clyde Prestowitz fondatore del Economic Strategy Institute e super consigliere del segretario al Commercio durante l’amministrazione di Ronald Reagan.

 

Partiamo dal braccio di ferro Usa-Cina cosa sta tentando di fare Donald Trump?

Il suo obiettivo è provocare un massiccio esodo dell’offerta produttiva dalla Cina, ovvero fare in modo che significativi segmenti della produzione lascino la Cina e vengano trasferiti negli Stati Uniti. O se non è possibile trasferirli in America va bene qualsiasi altra parte, Vietnam, India, qualsiasi posto è meglio della Cina».

 

Cosa significa manipolare lo valuta?

«Significa che la valuta, in questo caso lo yuan, non fluttua più in base alle leggi di mercato. Significa che il governo cinese adotta misure per ritoccare artificiosamente il valore della moneta nazionale rispetto al dollaro e in questo modo rende più appetibili le merci denominate in yuan. Questa è una violazione delle leggi di mercato».

 

Gli Usa hanno annunciato la prossima installazione di missili in Asia, sembra per contrastare l’espansionismo del Dragone nella regione.

 

«Allargherei la prospettiva. Non penso che si tratti di una guerra solo tra stati Uniti e Cina, ritengo che si tratti di un conflitto tra Paesi democratici che vivono secondo lo stato di diritto e la Cina che è un sistema autoritario in contrasto con quelli democratici. È un conflitto tra Usa e Cina ma anche tra Australia e Cina, tra Europa e Cina. Si tratta di un conflitto di ampie dimensioni».

 

Come giudica la scelta dell’Italia in merito agli accordi sulla via della seta?


«L’Italia ha deciso di diventare un alleato della Cina. È ovvio che ci siano alcuni italiani che traggono profitto da questo, ma dal punto di vista politico è una scelta pericolosa».

 

Lei ha parlato di guerra tra democrazia e autoritarismo. Questo riguarda anche Hong Kong?

«La gente di Hong Kong vive sotto l’autorità della Cina ma sembra non voler esserne governata, vogliono lo stato di diritto così come accade a Taiwan. È questo il punto, Paesi come l’Italia facendo affari con la Cina danneggia la gente di Hong Kong e finanzia indirettamente la repressione». 

 

Nel caso Pechino invii l’esercito a Hong Kong Trump potrebbe far scattare sanzioni nei confronti del regime?

«Devo dire che Trump si è mantenuto assai defilato su Hong Kong dice che è una questione interna alla Cina e sembra non voler esercitare pressioni su Xi Jinping, almeno sino a questo momento. Quasi a voler aspettare che Xi da solo compia un errore».

 

da La Stampa

 

 


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