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23/12/24 ore

Censura 2.0, la Cina punta sulla censura che non si vede



di Voices from the Blogs

 

C'è la censura “tradizionale” (la censura 1.0) che lascia tracce evidenti del suo intervento: chiusura di siti o account, blocco dei social network o delle ricerche sui motori di ricerca. Ma c’è questa censura che “si vede” e una molto più sottile e difficile da intercettare, quella forse più pericolosa: la Censura 2.0, il vero e proprio salto di qualità del controllo delle opinioni in rete.

 

Ne dà conto una ricerca condotta da Gary King, direttore dell’IQSS (Harvard University) e autore delle tecniche di analisi utilizzate da Voices from the Blogs in Italia.

 

Primo, ciò che viene censurato non sono le critiche al governo o ai politici locali (ce ne sono al vetriolo) ma tutti i messaggi che invitano ad aggregarsi per manifestare. Non importa che la manifestazione sia politica o meno, indistintamente tutti i post sul tema vengono accuratamente riscritti nelle parti in cui si parla di auto-organizzarsi o riunirsi….

 

Secondo, la censura interviene in un arco temporale che va dalla stessa giornata a circa una settimana. Questo tipo di censura riguarda in modo sistematico circa il 13% dei post, indipendentemente dagli eventi considerati, a meno che non siano proteste organizzate dal governo stesso, nel qual caso non si opera censura….

 

Terzo, alcuni temi spariscono strategicamente dalla rete senza apparente motivo. E’ il caso dei post sul dissidente Ai Weiwei. Il governo cinese ha intensificato la censura di post relativi al caso a partire da cinque giorni prima dell’arresto avvenuto il 3 aprile 2012 senza che nei media (cinesi o occidentali) ci fosse particolare evidenza che qualcosa stesse per accadere….

 

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