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23/12/24 ore

L’avanzata del Califfo e il futuro energetico libico



di Nicolò Sartori

(da affarInternazionali)

 

Oltre ai gravi rischi per la sicurezza del continente europeo e dell’Italia, l’avanzata dell’auto proclamatosi “stato islamico” in Libia rischia di avere forti ripercussioni sul destino dei nostri approvvigionamenti energetici.

 

I crescenti attacchi alle infrastrutture energetiche libiche potrebbero mettere a serio repentaglio la capacità della Noc, la compagnia energetica nazionale, di mantenere gli attuali livelli di produzione ed esportazione di idrocarburi tornati a livelli accettabili sul finire del 2014, dopo gli alti e bassi determinati dall’instabilità politica interna degli ultimi anni. 

 

La Libia è un partner energetico chiave per l’Italia. Nonostante le turbolenze politiche, infatti, nel 2014 è stata il terzo fornitore di gas del nostro paese insieme all’Algeria, alle spalle solo di Russia e Norvegia. Il paese nordafricano ha esportato 6,5 miliardi metri cubi (Bcm) di gas, facendo registrare un incremento del 14% rispetto all’anno precedente. Il gas libico, trasportato attraverso il gasdotto sottomarino Greenstream, contribuisce a circa il 12% delle importazioni italiane. Nel settore del petrolio, nel 2014 Tripoli si è piazzata al sesto posto tra i fornitori dell’Italia, alle spalle di Russia, Azerbaijan, Arabia Saudita, Iraq e Kazakistan.

 

Nei primi dieci mesi dell’anno ha esportato verso il nostro paese due milioni di tonnellate di greggio - in calo rispetto agli anni precedenti a causa di una progressiva contrazione dei consumi italiani - ma comunque garantendo circa il 5% delle importazioni petrolifere totali. Si tratta di un’incidenza minore rispetto al settore del gas naturale, determinata dal fatto che il portfolio degli esportatori di greggio è ben più ampio e diversificato.

 

Non soltanto il sistema socio-economico nazionale è dipendente dagli approvvigionamenti libici per il suo regolare funzionamento, ma anche il campione energetico italiano, Eni, ha forti interessi industriali nel paese nordafricano. Operando in loco dal 1959, Eni è storicamente la maggiore compagnia internazionale operativa nel paese. Nonostante l’instabilità geopolitica, la Libia continua a rappresentare la prima fonte di idrocarburi della società italiana con 76mila barili di greggio e 9 Bcm annui di gas naturale (dati 2013).

 

Con l’avanzata dello “stato islamico” aumentano i rischi per l’integrità delle installazioni energetiche libiche, nel mirino dei combattenti sin dall’inizio del conflitto nel 2011...

 

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