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16/11/24 ore

La rivoluzione euroscettica? Molto rumore per nulla



di Eleonora Poli e Chiara Rosselli 

(da AffarInternazionali)

 

A sette mesi dai risultati delle elezioni europee e con 140 seggi su 751, i partiti euroscettici sembrano ben lontani dall’essere quella forza catalizzatrice del cambiamento in cui molti avevano sperato. Anche se tutti questi movimenti accusano l’Unione europea (Ue) per la gestione dell'immigrazione, le difficoltà economiche e la perdita di sovranità e di identità nazionale, essi non sembrano aver ancora individuato un terreno comune

 

Il fronte anti-europeo appare infatti frammentato e diviso al suo interno tra euroscettici ed euro-critici. Al momento, il gruppo parlamentare di inclinazione euroscettica più grande è l'Europa della libertà e della democrazia diretta (Efdd), che, sostenuto dall’Ukip dell’inglese Nigel Farage (24 seggi) e dal Movimento 5 Stelle (17 seggi), annovera tra le sue file 48 euroscettici convinti. A questo seguono la Sinistra unitaria europea / Sinistra verde nordica (Gue/Ngl, 52 seggi) e i Conservatori e Riformisti (Ecr, 70 seggi), cioè gruppi più euro-critici che euroscettici, che si collocano rispettivamente a sinistra e a destra dell’arena parlamentare. Rimangono poi i 21 seggi detenuti da partiti di estrema destra come il Front National francese, il partito ungherese Jobbik e il greco Alba Dorata, i cui parlamentari rimangono non allineati. Efdd e Ecr hanno infatti rifiutato qualsiasi alleanza con quest’ultimi, considerati troppo radicali.

 

Al di là delle divisioni politiche intra-parlamentari, i membri degli stessi gruppi euroscettici sostengono spesso posizioni contrastanti tra loro. Ad esempio, lo scorso settembre il M5S si è opposto a una proposta sostenuta da Ukip sul budget europeo che prevedeva un taglio netto di tutte quelle spese che non beneficiassero direttamente il Regno Unito.

 

Allo stesso modo gli euro-critici dell’Ecr, si sono recentemente divisi riguardo a una delle votazioni relative all'adozione dell'euro in Lituania, quando i parlamentari di Alternativa per la Germania hanno votato in opposizione al gruppo, sostenendo che, al fine di essere competitiva, l’ eurozona dovrebbe escludere i paesi del sud e dell'est europeo. Europeisti serrano le fila D’altro canto, l'ondata euroscettica sembra aver contribuito a potenziare la cooperazione tra i partiti europeisti...

 

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