di Andrea Cangini
(Quotidiano.net)
Nel silenzio dei cosiddetti «liberali» di Pdl, Scelta civica e Pd, riecheggia la voce anticonformista del solito Pannella: «Francamente, l’idea di mettere in galera chi sostiene che la Shoah non sia mai esistita mi pare segno di un’inciviltà totale». Da sempre amico degli ebrei e di Israele, il leader radicale considera «totalmente illiberale» la legge in discussione al Senato che prevede fino a 5 anni di carcere per «chiunque nega l’esistenza di crimini di guerra o di genocidio o contro l’umanità».
Così come la giornalista ebrea Fiamma Nirenstein sostiene che «è con le idee che si combattono le idee, anche le peggiori come l’antisemitismo», anche Marco Pannella nella norma vede la negazione del noto motto voltairiano «non condivido le tue idee, ma sono disposto a morire perché tu possa professarle». Tanto più che in questo caso non si parla esplicitamente dell’Olocausto ma genericamente di tutti i crimini contro l’umanità.
La Corte penale internazione diverrebbe dunque il custode di una Verità assoluta penalmente difesa. O, per meglio dire, imposta. Riflette Pannella: «Essendo durato più a lungo del nazismo, a carico del comunismo reale potremmo mettere un danno per l’umanità ancor più grave di quello provocato dalla Shoah. E allora che facciamo, mettiamo in galera tutti quelli che sostengono che in Unione Sovietica non si stava poi così male?».
Parole coerenti con la storia dei radicali italiani, tra i quali figurano gli illustri antifascisti Ernesto Rossi e Altiero Spinelli che pure si opposero all’introduzione del reato di apologia del fascismo voluta nel ’52 dall’allora ministro dell’Interno Scelba...
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