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23/12/24 ore

Le verità (a volte scomode) di Emma Bonino



di Maurita Carbone

(La Voce di New York)

 

Domenica 22 settembre il ministro Emma Bonino, a New York per partecipare all'assemblea generale dell'Onu, ha incontrato la comunità italiana al Consolato Generale. Nel corso del ricevimento, il ministro ha illustrato gli impegni e gli obiettivi del suo Ministero, ha chiacchierato con gli ospiti, stretto decine di mani, rivisto persone incontrate nel corso di una lunga carriera spesa nella politica e nei rapporti internazionali.

 

A New York Emma Bonino non è nuova e, come ha ricordato, in passato è stata lei stessa utente del Consolato che domenica l'ha vista parlare a una folla di italiani e italo-americani tra cui c'erano i rappresentanti di tutte le più importanti istituzioni italiane in città. “È stata proprio lei – ha raccontato l'ambasciatore, Claudio Bisogniero. davanti a una sala gremita – a chiedere di organizzare questo incontro con gli italiani. E a giudicare dalla incredibile risposta ha avuto ragione”.

 

Emma Bonino che, come ha ricordato anche l'ambasciatore, ha un legame particolare con l'America, esordisce scherzando e raccontando del suo primo incontro con New York, quando, giovanissima, venne in città con una borsa di studio: “Mio padre, accompagnandomi al treno che da Bra mi avrebbe portata a Milano per poi prendere un aereo per il Lusemburgo e dal Lussemburgo a Reykjavik e da Reykjavik finalmente a New York, mi fece una sola raccomandazione: non andare in metrò. Ma vivendo al Greenwich Village e lavoravo sulla 34ma e la 5a, dove vendevo scarpe invendibili, non avevo scelta. Ma ogni volta che prendevo quei treni pensavo a mio padre”.

 

Con la schiettezza che la contraddistingue, il ministro ha iniziato il suo intervento affrontando subito quella che sapeva essere la questione più calda: la chiusura del consolato di Newark. “Dal 2006 a oggi l'Italia ha ridotto del 10% i suoi diplomatici e del 20% i funzionari. L'Italia ha la metà dei diplomatici di Germania, Regno Unito, Francia. Abbiamo bisogno di razionalizzare le risorse e per questo siamo stati costretti a questa scelta. Ma voglio garantire che i servizi agli utenti non verranno meno: potenzieremo il consolato di New York, elaboreremo delle strategie per far sì che questo consolato possa garantire tutti i servizi. Chiediamo a voi di affrontare qualche disagio, perché sappiamo che ci sarà qualche disagio, per poter coprire altre parti del mondo, come la Cina, dove ci sono comunità di connazionali cui non riusciamo a offrire servizi adeguati”...

 

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