'Waterboarding' e tecniche estreme di interrogatorio: a queste pratiche sarebbero state sottoposte le persone sospettate di terrorismo in un centro di 'detenzione straordinaria' allestito dalla CIA vicino Varsavia e di cui la Polonia dovrà adesso rendere conto alla Corte europea dei diritti dell'uomo
La Corte europea dei diritti dell’uomo ha chiesto al governo della Polonia di consegnare una serie di documenti riservati che dovrebbero contenere i dettagli di come la CIA avrebbe allestito e gestito (a partire dal 2002) un cosiddetto centro di “detenzione straordinaria” vicino a Varsavia.
Qui, le persone sospettate di terrorismo e di far parte di al Qaida venivano sottoposte a tecniche estreme di interrogatorio e al cosiddetto “waterboarding”, pratica che consiste nell’immobilizzare il detenuto, alzargli i piedi sopra la testa, coprirgli con un panno bocca e naso versando costantemente acqua per dare la sensazione di soffocamento e annegamento. La Polonia avrà tempo fino al 5 settembre per conformarsi alla richiesta dei giudici di Strasburgo e consegnare le informazioni.
Circa un mese fa, attraverso la testimonianza di un uomo polacco, è stata rivelata l’esistenza di tali documenti (in cui si troverebbero anche le procedure da adottare in caso di decesso di un detenuto). I fogli sarebbero stati firmati dal capo dei servizi segreti polacchi ma non dai funzionari americani che, secondo quanto riporta il quotidiano Gazeta Wyborcza, ne avrebbero “riso” spiegando che questo tipo di attività non può essere gestita “attraverso accordi formali”. I funzionari polacchi hanno finora rifiutato di confermare o negare l’esistenza dei documenti...
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