di Pierluigi Battista
Altro che «la mummia», come ha commentato inorridito un giornale francese quando Berlusconi ha dichiarato di volersi ricandidare. Il berlusconismo non era stato cancellato e sepolto. In cinque anni ha lasciato sul terreno una quindicina di punti percentuali: un'enormità.
In un Paese normale un leader che perde quasi il quindici per cento dei suffragi verrebbe considerato uno sconfitto. Ma il mondo che ha scelto Berlusconi in tutti questi anni non è stato inghiottito dal nulla. I media non se ne sono accorti. Noi non ce ne siamo accorti. La bolla in cui vive chi fa opinione non se n'è accorta.
Ma il centrodestra viveva ancora nel Paese. Devastato. Malconcio. Ma esisteva. Con il suo linguaggio, i suoi interessi, la sua antropologia che la sinistra snob non ha mai cessato di sbeffeggiare, inanellando in consenso la più deprimente sequenza di rovesci della storia italiana. Ne fanno una questione di stile, anzi di mancanza di stile. E sono inorriditi che un uomo che incarna così compiutamente tutto ciò che le élite considerano moralmente ed esteticamente riprovevole possa ancora avere un suo ragguardevole seguito.
Ma lui parla di tasse. E loro non si accorgono che milioni di italiani si sentono vessati dalle tasse. Sorridono sulla «restituzione dell'Imu». Ma non si accorgono che l'Imu è stato un colpo durissimo in tempo di tredicesime...
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