di Antonio Armellini (da affari internazionali.it)
La tempesta che si è abbattuta su Finmeccanica non dovrebbe cancellare il fatto che, quello degli elicotteri per l’India, era un bellissimo contratto. La Westland era un fornitore tradizionale delle forze armate indiane ed Agusta è riuscita a far tesoro di questi rapporti - partendo dall’ammodernamento dei vecchi“ Sea King” - per fare breccia con un range di macchine la cui qualità ha avuto la meglio della concorrenza francese e, soprattutto, della statunitense Sikorski.
I dodici elicotteri avrebbero dovuto essere l’avvio di una collaborazione più vasta, in ambito militare come del trasporto Vip e, da ultimo, dell’aviazione generale. Agusta Westland, diversamente da quello militare, ha una posizione consolidata sul mercato degli elicotteri civili: i due rami - il militare e il civile - operano sul mercato indiano senza alcun coordinamento o comunicazione orizzontale; una logica aziendale forse discutibile ma che non cancella la possibilità di sinergie positive.
Italian-Sonia-connection
Il programma di potenziamento delle forze armate indiane è uno dei più ambiziosi in assoluto ed apre possibilità di collaborazione sulle quali si appunta l’attenzione dell’industria della difesa mondiale. Aldilà di Agusta-Westland, il gruppo Finmeccanica aveva alle viste forniture importanti non solo per l’Aviazione, ma anche per l’Esercito con cui i rapporti erano rimasti a lungo marginali.
Fincantieri, da parte sua, collabora da tempo con la Marina, i cui programmi di sviluppo a medio termine presentano più di un punto di contatto con quelli della Marina italiana. La prospettiva adesso, è di un congelamento destinato a trasformarsi in una lunga traversata del deserto, ulteriormente aggravata dalla particolare sensibilità che si accompagna in India a tutto ciò che sa di “italiano”.
Contrariamente a quanto molti si ostinano a pensare, il “fattore Sonia Gandhi” costituisce tutt’altro che un vantaggio per gli operatori italiani: se nei confronti degli stranieri una certa condiscendenza è a volte ammissibile, verso di noi attenzione e rigidità non devono lasciare spazio a incertezze o dubbi di sorta. La severità annunciata della magistratura indiana e le dichiarazioni del ministro della Difesa Antony su possibili cancellazioni di contratti non devono stupire, quindi: nei nostri confronti questo tipo di attenzioni è destinata ad essere più esasperata che con altri.
Per motivi di autotutela, soprattutto: la memoria del “caso Quattrocchi” in cui il ruolo di un mediatore italiano per la fornitura di un cannone Bofors fu associato al pagamento di tangenti che sfiorarono Rajiv Gandhi e provocarono una forte crisi del suo governo, è ancora molto forte. Le accuse non furono mai provate e gli imputati - salvo Quattrocchi - sono stati tutti prosciolti; ma ciò non toglie che l’opposizione al governo del Congresso non perda mai l’occasione di agitare il drappo rosso della “Italian-Sonia-connection” ogni qualvolta siano in gioco degli italiani. E una parte almeno dell’opinione pubblica, continua a prestarvi orecchio. ....
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