“Non vi è stata compagna referendaria… Questo è molto negativo anche in relazione alla qualificazione della classe dirigente. Devo dire che mentre da parte vostra, da parte dei radicali, vi è stata grande tensione e grande mobilitazione, tutti gli altri partiti hanno lasciato la presa, i cosiddetti leaders si sono dati alla fuga e anche coloro che avevano all’inizio occupato la scena alla fine hanno fatto molto poco…” così Giuseppe Gargani, giurista, avvocato, ex parlamentare, conversando con Giuseppe Rippa a poche ore dalla chiusura della finta campagna referendaria…
Finta, così come la televisione pubblica e anche quelle private l’hanno presentata, confermando con questo la loro funzione, priva i deontologia professionale e di assenza di cultura liberale delle regole del gioco costituzionale, che viviamo in realtà in una democrazia fittizia e in assenza di Stato di diritto.
“…Questo qualifica una classe dirigente che non ha contenuti, che non ha ispirazioni istituzionali” - ha proseguito da parte sua Gargani.
La responsabilità del sistema informativo, che ha tradito il diritto costituzionale della conoscenza da parte dei cittadini di conoscere per deliberare, è il sintomo più acuto della profondità della crisi politico-istituzionale, di rappresentanza e di partecipazione, a cui le corporazioni del sistema hanno condotto il Paese, creando le premesse di una corrosione della dialettica democratica, o di quello che resta, dalla conseguenze pericolose…
“La rappresentazione fatta della difficoltà di comprensione dei quesiti referendari corrisponde ad un disegno - ha sottolineato Rippa - che ha come scopo quello di non far comprendere che la scelta in questi referendum è se si ritiene che questa giustizia, la sua contro-produttività e questo parlamento, votato all’immobilismo, sono quelle che gli italiani desiderano. Un contributo a rendere chiaro che la giustizia è la questione per eccellenza della crisi del Paese e che senza una chiara espressione popolare non si esce dalla paralisi. Aver impedito ai cittadini, con veri dibattiti, di individuare questa motivazione, è un vero tradimento della democrazia …”.
Aver compromesso questa occasione è un atto di grave irresponsabilità. Andare a votare in primo luogo e votare 5 Si ai referendum, nonostante il terrorismo informativo, è la possibilità di avviare un vero percorso riformatore che è determinate, sul piano interno e internazionale, per bloccare una drammatica deriva.
- Crisi giustizia: solo il voto referendario può frenare la deriva. Conversazione con Giuseppe Gargani
(Agenzia Radicale Video)
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