Il 16 febbraio la Corte costituzionale ha ammesso al voto popolare cinque quesiti referendari. Grande eco mediatica hanno avuto quelli non ammessi - hanno scritto in una nota Maurizio Turco e Irene Testa, segretario e tesoriere del Partito Radicale - e una coltre di silenzio ha continuato a nascondere ai cittadini quelli ammessi sulla Giustizia. La tv pubblica continua a negare ai cittadini il diritto di conoscere attraverso i dibattiti tra dirigenti politici e continua a condizionarli attraverso i talk con opinionisti a pagamento.
Nel contempo è in corso una guerra, nemmeno fisicamente tanto lontana, quanto molto vicina politicamente visto che è dichiaratamente contro il nostro modello occidentale, liberale, atlantista.
In queste condizioni di pervicace negazione da parte del servizio pubblico di garantire ai cittadini di conoscere e ai promotori di essere conosciuti, si è deciso per una tornata elettorale e referendaria tra il 12 e il 26 giugno.
Questo equivale a boicottare la partecipazione popolare, a delegittimare ulteriormente la politica, a boicottare i referendum.
Se questo è l'obiettivo lo si può considerare sin d'ora raggiunto.
Non abbiamo bisogno di ulteriori considerazioni per spiegare cosa questo significhi per la tenuta democratica del paese. Se l'obiettivo è l'ulteriore destabilizzazione del quadro istituzionale delineato dalla Costituzione, con questa ulteriore decisione lo si può considerare sin d'ora raggiunto.
Noi non ci stiamo ad avallare questo scempio mentre si poteva legittimamente rimandare il voto amministrativo e referendario a metà ottobre. Avendo così anche il tempo per richiamare la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo a non avere unicamente la premura di fare concorrenza ai privati, che operano sul mercato, ma di garantire quel servizio pubblico che è supportato dalle risorse pubbliche.
Il contesto informativo nel quale ci troviamo è dato dalla Corte europea dei diritti dell'uomo che il 31 agosto ha condannato con sentenza definitiva la Repubblica italiana per uno dei tanti episodi che ha visto l'esclusione della Lista Marco Pannella dalla vita mediatico politica. Sentenza che chiama in causa la Rai, ma anche l'Agcom vecchia gestione, ed anche la giustizia.
La convention ad escludendum dalla vita pubblica dei soli esponenti del Partito Radicale e della Lista Pannella, è un vulnus costituzionale che attraversa la storia della Repubblica.
Un vulnus che abbiamo previsto, denunciato e al quale continuiamo a opporre la resistenza di cui siamo capaci.
Se non vi saranno da subito e fino al voto dibattiti in orari e nei tg di massimo ascolto sarà doveroso da parte nostra prendere in considerazione di boicottare quella che ad oggi si presenta come una farsa referendaria.
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