Proseguendo il lavoro di informazione e documentazione sul referendum costituzionale sulla riduzione dei parlamentari (a cui l’intero sistema informativo, a poco più di un mese dalle votazioni, non ha dedicato se non marginali e confusi spazi di conoscenza ai cittadini) Quaderni Radicali e Agenzia Radicale continuano nel loro sforzo di fornire il massimo di elementi di presentazione dell’argomento e delle sue conseguenze sul quadro istituzionale di un paese in crisi.
Quella che segue è l’audiovideo di una conversazione tra Silvio Pergameno e Roberto Granese.
“Meno parlamentari, meno democrazia … non vuol essere una battuta - dice Pergameno, tra io fondatori del Partito Radicale di Pannella da cui poi si è allontanato per proseguire la sua azione intellettuale e militante con QR e AR - “ … e ancora meno una provocazione, ma soltanto fornire un contributo alla discussione, anche per la motivazione che accompagna la legge sul “taglio” del numero dei deputati e dei senatori, dal quale deriverebbe un “risparmio”. In altri termini, meno tasse. Argomento di sicuro successo, ma destinato a provocare delusioni profonde, in quanto la spesa della stato diminuirebbe solo dello 0.007 per cento e nessuno se ne accorgerebbe.
Con il rischio che, procedendo di questo passo, sarebbe facile convincersi che abolendo del tutto i parlamentari si risparmierebbe qualcosa di più. Il problema non è di risparmi, ma deve essere esaminato sotto il profilo della funzionali del Parlamento e valutato in relazione alla contrapposizione fra democrazia rappresentativa e democrazia diretta, che è uno dei temi emersi a livello politico con l’affermazione di nuove forse politiche dopo il crollo del sistema dei partiti verificatosi nel coro degli anni novanta del secolo scorso.
… Attualmente il populismo giustizialista che in particolare anima il Movimento 5 Stelle non è affatto orientato nel senso della funzione del controllo del Parlamento, quanto piuttosto alla legislazione “spazzacorrotti”, una normativa pericolosa perché esita in una spinta al “non fare” della burocrazia e stimola verso la presunzione “di colpevolezza” e non certo verso quello dell’innocenza, che è connessa alla natura stessa di una giustizia giusta e democratica…
Ben lungi dall’auspicare una riduzione del numero dei parlamentari, la necessità attuale è proprio quella inversa: i parlamentari debbono essere molti di più, perché, ove si considerino le funzioni dei membri del parlamento nei loro effettivi contenuti e si rivelino le deficienze che ne contraddistinguono l’effettivo esercizio, ci si rende conto che in effetti i parlamentari sono pochi…”.
Roberto Granese della redazione e webmaster di Quaderni Radicali e Agenzia Radicale ritorna nella conversazione sul tema trattato sul n. 117 della rivista (Meno parlamentari, meno democrazia): la mancanza di informazione e conoscenza e le sue conseguenze.
“… Quello che vogliamo chiederci è perché, chiaramente, l’informazione non informa venendo meno alla sua ragione d’essere e come questo avviene in relazione al mezzo di trasmissione della stessa ed alla volontà o meno del cittadino come del giornalista di essere informato e o di informare…
Il risultato più immediato di questa disinformazione è un’estremizzazione delle opinioni dei soggetti fino ai limiti dell’estremismo (non è un caso che i social e blog specifici sono un mezzo principe per il reclutamento delle organizzazioni terroristiche) un aumento della faziosità, del rifiuto aprioristico delle idee degli altri, l’individuazione degli stessi come “nemici” folli e grotteschi ed una totale indisponibilità al confronto con gli stessi
…
Ora questi dati, che vogliamo o no, sono la realtà attuale del web che, si sta cercando, individuati i perversi sviluppi, di porre rimedio a questa situazione, ma è visibilmente in alto mare e non si sa se arriverà mai in porto. Alla luce di queste valutazioni risulta, questo si, grottesco l’assunto secondo il quale una piattaforma sul web dovrebbe diventare lo strumento di democrazia diretta di sessanta milioni di cittadini in luogo di un parlamento, che a detta delle stesse persone, in tempi non sospetti, era un inutile e costoso orpello che toglieva potere al “popolo” invece che garantirlo. In quest’ottica questo altro mattone nel muro dell’antidemocrazia che potrà essere fissato dopo il voto referendario rimane per noi un incommensurabile errore…”.
La discussione poi si sviluppata sugli altri aspetti che formano il preoccupante quadro istituzionale del Paese e sulla generale crisi della politica…
- Referendum riduzione parlamentari: crisi della politica e altro … Conversazione Pergameno-Granese
(Agenzia Radicale Video)
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