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19/11/24 ore

Suppletive collegio senatoriale Napoli. Risultato straordinario: vota un cittadino su dieci!


  • Luigi O. Rintallo

Al collegio senatoriale 7 di Napoli, dopo la scomparsa del senatore dei 5Stelle Franco Ortolani, si sono svolte il 23 febbraio le elezioni suppletive.

 

Mentre alle elezioni di due anni fa l’affluenza  al voto era stata del 60,92 per cento, domenica a partecipato solo il 9,52 per cento degli elettori (poco più di trentamila persone di fronte a quasi 358mila elettori) e alla fine è risultato eletto il giornalista Sandro Ruotolo, sostenuto da PD, movimento Dema del sindaco De Magistris e Leu.

 

La candidatura è stata presentata come la sperimentazione di una nuova convergenza di forze dentro il centro-sinistra.

 

Di certo il cosiddetto PD “plurale” di Zingaretti appare assai più condizionato di prima da politiche caratterizzate da un alto tasso di demagogia, per di più gravato da una recrudescenza di impostazioni  staccate da un metodo pragmatico e riformatore.

 

Singolari i toni trionfalistici delle dichiarazioni post-voto. “Risultato straordinario”, ha commentato Ruotolo, “un risultato politico enorme”. Il sindaco De Magistris ha rivendicato: “è una nostra grande vittoria”.

 

Aver messo insieme tanti voti (poco più di 15.000) quanti sono gli abitanti di meno di un’ottantina di medi condomìni basta evidentemente a scaldare gli animi. Né corrisponde alla realtà dei fatti - così come scrivono alcuni giornali - l’indicazione che l’elezione di Ruotolo fa conquistare un seggio alla maggioranza di governo: il giornalista, infatti, prende il posto di un esponente del M5S, che è già parte della coalizione del Conte bis.

 

Piuttosto dovrebbe preoccupare come si è svolta l’elezione suppletiva, l’indifferenza registrata sia prima da parte dell’informazione e sia il giorno del voto da parte dei cittadini.

 

Significa che il persistente attacco alla democrazia rappresentativa, al Parlamento, ha effetti devastanti e incrementa una disaffezione alla democrazia che minaccia di lasciare sempre più campo libero all’influenza di apparati e corporazioni, isterilendo la partecipazione in condotte prive di efficacia sul piano politico. 

 

 


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