conversazione con Claudio Martelli
- Il tema di questo numero della rivista è “il mondo radicale dopo Pannella”. Evidentemente, serve a suscitare una riflessione più generale sull’attualità politica, perché il modo in cui l’esperienza radicale si esprime oggi nei due segmenti del Partito nonviolento, transnazionale, transpartito e della lista +Europa rende esplicito la mancanza di un soggetto che – per esempio – possa fare chiarezza su molte questioni politiche del momento, a cominciare da quella della giustizia. Come ti appare oggi il mondo radicale, alla luce delle tante sinergie realizzate nel corso degli anni passati?
Oggi mi sembra quasi difficile parlare di mondo “radicale”, come lo sarebbe anche parlare di mondo “socialista”, a meno di riferirsi a fenomeni di natura – oserei dire – spirituale, di ispirazioni culturali fondate su delle esperienze distinte – quella radicale e socialista – ma che hanno avuto in un certo periodo una feconda e reciproca contaminazione. Francamente, questo non si vede più.
Sarebbe lunga l’analisi delle occasioni mancate, degli errori compiuti da Craxi stesso. Considero l’apogeo di queste due esperienze alla fine degli anni ’80, in particolare fino alla data che per me segna uno spartiacque – il 1987 – sino alla quale la prospettiva laico-socialista è cresciuta e dopo la quale ha cominciato a declinare. Le elezioni politiche del 1987, al termine dell’esperienza del governo Craxi, sono il passaggio cruciale: in quella circostanza, proposi – e c’era la disponibilità da parte radicale – di fare liste comuni tra socialisti, radicali e anche socialdemocratici e verdi.
In realtà, quella esperienza fu limitata a dodici candidati comuni in altrettanti collegi senatoriali: lì dove ci presentammo insieme si arrivò a risultati del 21%. Se quella esperienza, così limitata, fosse stata replicata sia alla Camera che al Senato, se avessimo avuto un raggruppamento parlamentare del 21% a partire dal 1987 e se avessimo perseguito quella prospettiva, che incalzava la revisione del Pci, ebbene la storia politica italiana sarebbe stata ben diversa. Ricordo che eravamo alla vigilia del crollo dei muri...
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