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16/11/24 ore

Laziogate, Berlusconi raccoglie la Polverini



"No, non siamo allo sbaraglio". All’insegna del tutto va bene madama la marchesa, il "più grande piazzista della storia italiana" arriva a Roma, insolitamente in treno, per tranquillizzare il Pdl che affonda in un mare di “ostriche e champagne” e nel contempo difende l’operato della nuova "marziana” della Pisana, allineandosi alla vulgata (falsa) del "tutti sono responsabili".

 

Renata Polverini – dice Berlusconi - "si è assunta responsabilità che sono di sistema e riguardano tutte le classi dirigenti in ogni partito. Nessuno può chiamarsi fuori. Tutti i gruppi nel Consiglio regionale del Lazio erano corresponsabili: maggioranza e opposizione".

 

Berlusconi apprezza la scelta dell’ex sindacalista dell’Ugl “che pur non avendo compiuto nulla di immorale né di illegittimo ha ritenuto, di fronte alle gravi emergenze venute alla luce nell'utilizzo dei fondi pubblici, di consentire con le sue dimissioni un cambiamento".

 

Dal canto suo, Renata, come preferisce farsi chiamare da qualche ora a questa parte, prosegue la sua opera di auto-santificazione a 360 gradi. A poche ore dalle dimissioni, la capitale è stata infatti tappezzata di manifesti – che i radicali hanno denunciato come affissioni abusive – che ritraggono Renata, appunto, con la frase destinata a fare la storia di questa legislatura regionale del Lazio: “questa gente la mando a casa io. Ora facciamo pulizia”.

 

Intanto, come qualcuno ironicamente sussurra, sì comincia col raccogliere la Polverini. (A.M.)


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