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17/11/24 ore

Il Tesoro di Keynes che non piace a un confuso Paolo Savona


  • Antonio Marulo

La Fondazione Ugo La Malfa ha pubblicato un testo di Keynes del 1921, inedito in Italia, che sembra calarsi perfettamente nell’attualità politica del nostro paese, perché parla di Tesoro, nel senso di ministero, di spesa pubblica, delle buone ragioni per sostenerla e della corretta valutazione da fare cosiderando l’altra faccia della medaglia.

 

In tempi di sforamenti dei parametri europei, di manine, di presunti complotti orditi da infedeli funzionari dello stato e di sgangherate politiche economiche, il piccolo volumetto offre quindi alcuni spunti di riflessione e anche occasioni per chiarire il pensiero di un economista tornato molto in voga, spesso con richiami grossolani alla sue teorie che in realtà non sono affatto – come ha spiegato Giorgio La Malfa nel corso della presentazione a Roma – improntate alla spesa purchessia.

 

Per perseguire gli obiettivi di buona amministrazione, Keynes ritineva indispensabile che in seno al governo ci fosse una sede nella quale le proposte di spesa dei vari ministeri venissero vagliate criticamente, con autorevolezza e assoluta indipendenza. Egli la individuò nel ministero del Tesoro, chiamato a svolgere non una funzione di semplice collettore dei bisogni del governo da esaudire, ma di controllore attraverso il comando non tanto del ministro ma dei suoi alti funzionari.

 

Riportata ai giorni nostri, la proposta di “dare al Tesoro il potere di decidere quali siano le spese buone e quelle cattive” non convince Paolo Savona, che la ritiene un modo per “violare i fondamenti della democrazia”. Intervenuto all’incontro organizzato dalla Fondazone Ugo La Malfa, l’attuale ministro delle Politiche comunitarie ha spiegato le sue ragioni, apparse in palese contrasto con le idee di chi le violazione dei fondamenti della democrazia le ha messe nero su bianco nel programma di governo e prova ad agire di conseguenza. (VIDEO)

 

 

 

 


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