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16/11/24 ore

Manovra, Cgil Cisl e Uil battono un timido colpo



Ci si stava chiedendo per l'appunto che fine avessero fatto. Perché di questi tempi, in altre occasioni e con altri governi, avevano quanto meno minacciato, se non già indetto, il classico sciopero generale contro la manovra economica.

 

Fin qui silente e velatametne consenziente, soprattutto con la Cgil, la Triplice si è infatti tenuta al riparo dal vento populista che spira forte e contrario a qualsiasi deriva anti-governativa. Tuttavia, qualcosa andava pur detto di fronte al tragicomico spettacolo che Lega e 5Stelle ci sta mostrando quotidianamente.

 

Ecco quindi un documento unitario che tra un equilibrismo e l'altro cerca di opinare, senza alzare troppo la voce, su quanto si va delinendo in tema di politica economica.

 

"La manovra del governo, pur rappresentando una prima inversione di tendenza, mostra elementi di inadeguatezza ed è carente di una visione del Paese e di un disegno strategico che sia capace di ricomporre e rilanciare le politiche pubbliche finalizzate allo sviluppo sostenibile e al lavoro", si legge nella nota firmata da Cgil Cisl e Uil.

 

Le tre sigle sindacali più rappresentative lamentano l'assenza di "risorse per gli investimenti" e la presenza nella manovra di “ulteriori tagli” e “misure che non determinano creazione di lavoro, ma rischiano di rappresentare mere politiche di assistenza".

 

Sul versante fiscale i provvedimenti annunciati dal governo sono ritenuti "iniqui e sbagliati: si sceglie di introdurre un nuovo condono premiando gli evasori e non si riduce l'eccessiva pressione fiscale per i lavoratori e per i pensionati, non si prevedono né una maggiore progressività delle imposte né interventi sui patrimoni dei più ricchi e non si programma un deciso contrasto all'evasione". E anche la flat tax viene giudicata "una risposta sbagliata ed iniqua".

 

I sindacati, dunque, ritengono che la manovra "non risponde alle esigenze dei lavoratori e dei pensionati. L'equità del sistema e la lotta all'evasione non si realizzano riproponendo il sistema dei condoni". E rilanciano, invece, la necessità di "una riforma complessiva del sistema nel nome dell'equità e della progressività".

 

Così chiedono di aumentare "significativamente le detrazioni" per i redditi da lavoro dipendente e da pensione, con un meccanismo che riconosca un credito d'imposta anche agli incapienti; di ridefinire le aliquote Irpef e le basi imponibili "rafforzando la progressività prevista dalla Costituzione per tutte le tipologie di reddito"; di introdurre un nuovo assegno familiare universale, aggregando in un unico istituto l'attuale assegno al nucleo familiare e le detrazioni per familiari a carico.

 

Tra le proposte sul fisco e la lotta all'evasione, anche quella di estendere il meccanismo della ritenuta alla fonte anche per i redditi da lavoro autonomo; di rendere tracciabili tutti i pagamenti, attraverso l'utilizzo della moneta elettronica e portando a 1.000 euro il limite per il pagamento in contanti; di varare "una regola d'oro" la quale stabilisca che tutti i redditi dichiarati siano controllati "almeno una volta ogni 5 anni".

 

Quanto alle pensioni, Cgil Cisl e Uil ritengono "positiva l'apertura di una base di confronto su quota 100", ma chiedono di più molto di più, senza porsi, ovviamente, il problema del chi paga davvero.

 

Nella manovra – si afferma nel documento riportato dall'Ansa -"manca qualunque riferimento alla pensione di garanzia per i giovani, agli interventi in favore delle donne, ai lavoratori precoci e lavori gravosi e alla separazione tra previdenza e assistenza". Sulla previdenza chiedono, quindi, che siano sufficienti 41 anni di contributi per andare in pensione a prescindere dall'età. Che il lavoro di cura non retribuito venga riconosciuto anche a livello previdenziale. Per le donne, inoltre, insistono sulla richiesta di riconoscere dodici mesi di anticipo per ogni figlio. E per i giovani, invece, sulla creazione di una pensione contributiva di garanzia, che valorizzi anche i periodi di discontinuità lavorativa, di formazione, di basse retribuzioni nell'ottica di assicurare nel futuro un assegno "dignitoso".

 

Tra le altre proposte, quella di eliminare l'attuale meccanismo automatico di adeguamento all'aspettativa di vita; di garantire, come previsto dall'attuale normativa, il ripristino dal primo gennaio 2019 della piena rivalutazione delle pensioni; di rilanciare le adesioni alle previdenza complementare, anche fiscalmente.

 

 


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