Polverini vittima che non sapeva. No, Polverini non poteva non sapere. In attesa che si risolva l’arcano via via che procede l’inchiesta sugli affari di Er Batman di Anagni, Fiorito, si deve registrare una strana atmosfera nel dibattito politico intorno alla vicenda.
Al di là di una normale e scontata richiesta di dimissioni (tuttora una chimera), non si è scatenata infatti la solita bagarre per sfruttare la crisi di un Pdl allo sbando: un po’ per non alimentare il clima di antipolitica che sta minando alla base il regime dei partiti, un po’ forse per timore dell’imminente effetto domino che potrebbe scoperchiare altri vasi di Pandora regionali.
In sostanza, si ha la sensazione che, da sinistra a destra, regni una certa prudenza, quasi a voler confermare il dubbio che pochi sarebbero in grado oggi di scagliare la prima pietra. Insomma, la pratica a dir poco disinvolta nella gestione dei denari pubblici da parte di gruppi parlamentari regionali potrebbe non essere stata prerogativa esclusivamente laziale.
Segnali in tal senso rischiano di arrivare presto dalla Campania, dove la Guardia di finanza è andata a far visita in Regione per chiedere conto di fatture e bonifici, mentre in Lombardia per ora ci si limita alla gelosa custodia dei documenti per tenerli lontani da curiosi non autorizzati.
Chi invece dimostra di non temere alcunché è Giuseppe Rossodivita, che spontaneamente ha messo “a disposizione del procuratore aggiunto Alberto Caperna tutta la documentazione, i conti, del gruppo dei Radicali alla Regione Lazio. “Ci è stato detto – ha raccontato il consigliere regionale - che questo materiale non è di interesse per la Procura che comunque l'ha già visionato on line. Al momento, del resto, l'inchiesta riguarda solo il gruppo Pdl".
"Noi Radicali – ha dichiarato Rossodivita - siamo stufi di essere accumunati ad altri che hanno gestito i fondi a disposizione in modo poco trasparente. Al mio gruppo, composto da due consiglieri, sono assegnati circa 400mila euro, soldi che però vengono usati solo per attività politica. Siamo stati i primi a pubblicare on line, due anni fa, i bilanci dei nostri gruppi consiliari regionali, rompendo così una tradizione di omertà che durava da sempre. Nessuno ha ritenuto di far conoscere questo dato. Noi non abbiamo nulla da temere: siamo sempre trasparenti nel rispetto della legge". (A.M.)
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