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25/12/24 ore

Gli “alleati” di Matteo Salvini



Indubbiamente Matteo Salvini nel suo mestiere di politico populista è abile, forza la mano, azzarda e ottiene spesso i risultati voluti. In più, purtroppo, è fortunato. Perché può contare sul contributo non richiesto di una folta schiera di benpensanti che gli offrono sul piatto d'argento argomenti validi per sostenere con profitto elettorale i metodi discutibili da rude ministro degli Interni.

 

In Italia, l'aiuto gli arriva da una certa retorica dell'opposizione, in particolare del Pd, che non fa i conti con le responsabilità avute in questi anni e pretende di dare lezioni senza la minima autocrita sulle decisioni assunte in combutta con L'Unione Europea in tema di migrazione dall'Africa. Gli interventi che si susseguono in queste ore risultano così essere musica per le orecchie del leader della Lega, che può quindi maramaldeggiare soffiando sul fuoco a destra.

 

Come se ciò non bastasse, dalla “umanissima” Europa giunge il carico da novanta, grazie a Paesi che non si sono certo distinti per la propensione all'accoglienza, ma che non perdono occasione per spararla grossa.

 

La Spagna, per esempio, incassati gli elogi per il soccorso alla nave Aquarius, tramite il ministro della Giustizia ci fa sapere che l'Italia rischia "responsabilità penali internazionali". Magari quelle stesse evitate dal Regno per i metodi risoluti con cui sono state “difese” le frontiere al confine con il Marocco.

 

Nondimeno dalla Francia non mancano riflessioni ragionate ed equilibrate sulla questione, con il portavoce del partito di maggioranza francese En Marche del presidente Emmanuel Macron, Gabriel Attal, che ha definito la posizione del governo italiano sui migranti "vomitevole". "È inammissibile – ha detto Attal - fare della piccola politica su delle vite umane (...) Lo trovo immondo".

 

Un po' come la politica francese alla frontiera di Ventimiglia. Giusto per citarne una... (red.)

 

 


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