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16/11/24 ore

Liberi e più Uguali degli altri. Che Fico!



Tra i capisaldi della cosiddetta "rivoluzione gentile" del Movimento 5 Stelle ci sarebbe l'abolizione del vincolo di mandato per i parlamentari, in modo da arginare lo sgradevole andirivieni da un partito o presunto tale e l'altro, di cui si è abusato nelle ultime legislature.

 

I grillini – è noto – per tempo hanno inteso ovviare al problema dall'interno, con l'imposizione di una penale di 100mila euro agli eventuali trasfughi. La questione – come tante altre riguardanti l'universo della Casaleggio & Associati – non solo è controversa dal punto di vista legale, a causa della dubbia applicabilità di una scrittura privata in violazione del dettato costituzionale, è anche equivoca, se rapportata al modus operandi a geometrie varibili di Di Maio e compagni.

 

A tal proposito, abbiamo avuto già modo di sottolineare quanto stabilito dal nuovo regolamento del gruppo parlamentare grillino, che da un lato ribadisce il presunto “vincolo di mandato” per gli eletti, mentre dall'altro invita a fare proseliti per accogliere con piacere i “voltagabbana” altrui.

 

Su questa falsa riga, la decisione del presidente Roberto Fico di consentire alla sparuta truppa di Grasso e Boldrini la formazione di un gruppo parlamentare autonomo, in deroga ai regolamenti della Camera, ci sembra contraddire i sacri dogmi almeno sotto due aspetti.

 

Il primo riguarda proprio i cambi di casacca, che possono essere incentivati anche dall'aver concesso ai 14 onorevoli di Liberi e Uguali la formazione di un gruppo a sé, pur non avendo i numeri per farlo (occorrono minimo 20 componenti). Con questo precedente, infatti, in futuro altri deputati, riuniti magari in quindicina alla rinfusa, potrebbero chiedere deroghe difficilmente rifiutabili. Salvo reiterare i due pesi e le due misure tanto cari al partito più votato il 4 marzo.

 

Il secondo fronte si riferisce all'aggravio dei costi per la Camera che una tale decisione comporta, visto che il Parlamento stanzia per ciascun gruppo fondi a spese del contribuente, con i quali – in tempi di vacche magre – i partiti possono fare tante belle cose. Compreso pagare l'affitto del proprio responsabile della comunicazione...

 

Ora, sappiamo quanto Roberto Fico ci tenga al nuovo corso sobrio e spartano dell'assemblea che presiede. La battaglia sui vitalizi ne sarebbe un simbolico esempio per dare il buon esempio. Limitarsi a questo, però, non è carino... (A.M.)

 

 


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