Sommerso da 3000 emendamenti in Commissione Igiene e Sanità del Senato, la legge sul Biotestamento – salvo improbabili sviluppi - non passerà all'esame dell'Aula prima della pausa estiva. La data del 25 luglio è stata infatti puntualmente disattesa, grazie all'azione congiunta di chi lavora per affossare il provvedimento per scaduti termini di legislatura.
Se tutto va bene, se ne riparlerà quindi a settembre, quando il Parlamento, e in particolare il Senato, sarà ingolfato da altre presunte priorità, magari più utili alle causa elettorale, sotto la pressione di istanze populiste e demagogiche, cavalcate dalla maggioranza renziana nella speranza di recuperare la sintonia perduta con l'ipocrisia dell'italiano medio.
Già ieri, con un comunicato di Mina Welby, l'associazione Luca Coscioni aveva paventato il “probabile tradimento del Senato”, denunciando i rischi del "pericoloso slittamento”, che ha come "obiettivo sempre più chiaro - dei partiti di opposizione, tanto quelli di maggioranza, anche contro la buona volontà di tantissimi loro Parlamentari” - quello di “far saltare la legge sul testamento biologico anche in questa legislatura”.
In proposito, alcuni senatori del Pd hanno provato a rassicurare. E se Pietro Ichino ha promesso l'approvazione prima della fine della legislatura, Laura Puppato ha garantito che "per quanto nelle sue possibilità” che “farà di tutto per fare in modo che la legge sia approvata"; mentre da Monica Cirinnà è arrivato l'impegno di approvare la legge senza ulteriori modifiche.
Visto l'andazzo, il dubbio che trattasi delle proverbiali ultime parole famose ci assale.
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