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16/11/24 ore

Civati non gioca più, se n’è andato


  • Antonio Marulo

Ci-vai o non Ci-vai? Alla fine Civati è andato…via dal Pd. Scelta per l’appunto nell’aria da tempo, in coerenza, se vogliamo anche tardiva, col disaccordo pressoché totale, tolto Mattarella, sulla linea di governo.

 

L’ex rottamatore della prima Leopolda lascia così il gruppo parlamentare democratico, smettendo i panni del grillo più parlante fra quelli della cosiddetta minoranza. Qualcuno già disegna per lui un futuro da leader della sinistra tsipriana, in una Sel riveduta e corretta anche nel nome, sempre in cerca d’autori per propinare più o meno la solita solfa vetero-comunista, ottuso-ambientalista, no-tav e no tutto, tendenzialmente anti-occidentale a prescindere, con spiccata propensione anti-israeliane e, qualche battaglia per i diritti civili a parte, molto lontana da quel profilo di stampo liberale di cui si avrebbe tanto bisogno in Italia.

 

ll diretto interessato fa sapere che se ne starà per ora buono buono al suo posto, magari nel nuovo scranno del gruppo misto alla Camera, come è d’uopo in questi casi, in attesa di studiare le mosse giuste. Intanto, si gode le ultime ore di gloria mediatica. La sua scelta è, infatti, per certi aspetti ancor più coraggiosa, avendo goduto fin qui dei riflettori privilegiati che sono assegnati strumentalmente a chi si agita all’interno di un partito allineato e coperto dietro le scelte del padre padrone Matteo Renzi.

 

Da battitore libero in tutti i sensi, le sue “intemerate” conteranno da oggi ancor meno, probabilmente relegate e schiacciate nel calderone già occupato da vendoliani et similia di quella sinistra massimalista che a uno come Renzi può solo far comodo.

 

 


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