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16/11/24 ore

Spending review, quei commissari straordinariamente inutili


  • Antonio Marulo

È sembrato un gioco di sponda quello tra Francesco Giavazzi e Carlo Cottarelli. Il Primo, sul Corriere della Seraha tirato il sasso nello stagno, il secondo lo ha pescato e rilanciato contro Matteo Renzi e il suo governo. Il tema è quello annoso della spesa pubblica, muro invalicabile dove tutti prima o poi ci sbattono il grugno.

 

Già il Governo Monti aveva nominato un commissario ad hoc, Enrico Bondi, per la “razionalizzazione di beni e servizi”, un particolare capitolo della spending review, coadiuvato proprio da Giavazzi, nel compito di rivedere gli aiuti sulle imprese. E forse, quest’ultimo, memore della sua esperienza paragovernativa non proprio esaltante, ha pungolato Cottarelli, chiedendogli un po’ di coraggio sulle proposte di tagli alla spesa per le quali è stato incaricato.

 

Cottarelli non ha fatto attendere molto e ha risposto a mezzo blog, opinando non poco sull’operato del governo, che in pratica starebbe vanificando il suo lavoro di “cacciatore di sprechi”. ''Se si utilizzano risorse provenienti da risparmi sulla spesa per aumentare la spesa stessa, il risparmio non potrà essere utilizzato per ridurre la tassazione su lavoro'' - ha scritto il commissario, che fa riferimento anche alle coperture per i pensionamenti anticipati, secondo le regole precedenti alla riforma Fornero, per gli insegnati della scuola previste dal decreto Madia sulla Pubblica Amministrazione.

 

Cottarelli ha puntato innanzitutto il dito sulla "la pratica di autorizzare nuove spese indicando che la copertura sarà trovata attraverso future operazioni di revisione della spesa". E "il totale delle risorse" già spese "prima di essere state risparmiate ammonta ora a 1,6 miliardi per il 2015".

 

Il commissario straordinario si starebbe così accorgendo che il suo ruolo di revisore di spesa serve in sostanza per fare altre spese e non eventualmente per consentire il taglio delle tasse, con buona pace anche dello studio di Confcommercio che dà conto del nostro primato mondiale dei tartassati.

 

La polemica sorta in queste ore potrebbe essere il preludio di un addio. Anche se il diretto interessato ha smentito voci di dimissioni. Dal canto suo Renzi – probabilmente ben lieto di liberarsi di un uomo nominato dal suo “sereno” predecessore – avrebbe pronto (e forse è già a lavoro) il sostituto: il fidato Yoram Gutgeld.

 

Nella scheda di presentazione del quotidiano di area Pd rimasto attivo e molto vicino alle posizioni renziane, ci viene ricordato che “il nuovo consigliere economico del premier collabora da diversi anni con Matteo Renzi”. Fra l’altro, “è stato uno degli autori della Fabbrica del programma di Romano Prodi nella campagna elettorale del 2006”. Già, la Fabbrica del programma!


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