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23/12/24 ore

Rifiuti a Parma, in cenere le promesse di Pizzarotti


  • Ermes Antonucci

“L’inceneritore non si farà mai” ripeteva, incessantemente, Federico Pizzarotti durante la sua campagna elettorale poco più di un anno fa. Dopo una lunghissima trafila di stop, ricorsi, sentenze e contro-sentenze, tuttavia, l’inceneritore di Parma è stato definitivamente avviato, gettando in imbarazzo il sindaco grillino e l’intero Movimento 5 Stelle.

 

L’impianto, i cui test erano partiti a fine giugno, è stato riacceso ieri grazie al via libera del primo agosto scorso da parte del Tar, dopo che il Comune di Parma aveva negato – con un ultimo disperato tentativo – il certificato di conformità edilizia e agibilità alla Iren, l’azienda costruttrice del termovalorizzatore.

 

Un duro colpo per Pizzarotti, che sul no all’inceneritore aveva fondato un’intera campagna elettorale, senza tanto approfondire la questione della realizzabilità di tale proposta, emersa nella sua gravità una volta spenti i riflettori sul “primo capoluogo di provincia a 5 stelle”. Una vicenda, insomma, che rilancia tutti i dubbi sulla capacità propositiva e pragmatica di un movimento troppo spesso mosso da istinti qualunquistici e demagogici.

 

Pizzarotti, che nel marzo scorso aveva messo le mani avanti con una clamorosa marcia indietro (“Non ho mai promesso di fermare l’inceneritore”), ha oggi deciso di inviare una lettera aperta ai cittadini in cui spiega di aver “fatto tutto ciò che era possibile fare con i poteri di un Sindaco”. Intanto però dal Pd attaccano: “Cosa ci si può aspettare da un sindaco che non sa mantenere nemmeno la sua principale promessa elettorale?”.

 

La figuraccia a 5 stelle non sarà certamente andata giù a Beppe Grillo, che dopo la vittoria alle elezioni dichiarava che “a Parma l’inceneritore non si farà più”, e che prima ancora dell’exploit tuonava: “L’inceneritore qui non lo faranno mai, e se lo vorranno fare, dovranno passare sul cadavere di Pizzarotti”. Il sindaco parmense è ancora vivo e vegeto, si spera dunque che il cadavere da ritrovare non sia quello del Movimento 5 Stelle, che una randellata in testa questa volta l’ha presa eccome.

 

E mentre gli internauti si scatenano sul “tradimento” grillino, emergono molte domande anche sulle possibili conseguenze a livello economico della battaglia condotta – in modo fallimentare – da Pizzarotti contro l’inceneritore. Sulla testa del Comune pende già la richiesta avanzata al Tar dalla Iren di 28 milioni di euro di risarcimento per il blocco del cantiere stabilito nell’estate del 2011 dall’ex sindaco Pietro Vignali.

 

Ora le continue sospensioni determinate da Pizzarotti potrebbero far aumentare il conto. Il 9 ottobre il Tar dovrà esprimersi sulle presunte irregolarità che hanno portato al blocco dell’impianto, e in quell’occasione potrebbero essere riconosciuti alla Iren altri svariati milioni di danni per i mancati introiti derivanti dall’attività di smaltimento.


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