Grillo continua a perdere pezzi. A circa un mese dall’espulsione di Marino Mastrangeli, i due deputati stellati Alessandro Furnari e Vincenza Labriola hanno ufficializzato la loro uscita dal Movimento 5 Stelle e il passaggio al gruppo misto della Camera.
Le ragioni di questa scelta sono ancora poco chiare e – come ha dichiarato Furnari – probabilmente verranno spiegate all’inizio della settimana prossima. Tuttavia, pare proprio che i motivi della fuoriuscita dal gruppo siano legati al comportamento adottato dal Movimento sulla questione dell’Ilva di Taranto. Sembra infatti che i due parlamentari, entrambi tarantini, non abbiano gradito la decisione presa dai deputati e senatori pugliesi di non partecipare all’incontro del 3 giugno organizzato da Nichi Vendola per discutere sul caso Ilva.
In quell’occasione i parlamentari del Movimento giustificarono la propria assenza in virtù della scelta della sede del dibattito, cioè Bari e non Taranto. Di fronte al comunicato dei grillini, in cui si affermava che “i temi riguardanti l’Ilva si devono discutere a Taranto, non a Bari o altrove”, Alessandro Furnari si affrettò a precisare che “quel comunicato stampa non è stato scritto da me e non lo condivido”.
Ma ad accentuare il contrasto sarebbero le stesse modalità di risoluzione del problema dell’Ilva. Furnari infatti – come ha raccontato Luigi Di Maio, vicepresidente grillino della Camera – “è molto in sofferenza sulla questione dell’Ilva, è contrario alla chiusura dell’area a caldo”.
Una proposta, questa della chiusura, avanzata pochi giorni fa dal deputato stellato Diego De Lorenzis, per il quale occorrerebbe inoltre attribuire un reddito di cittadinanza agli operai. Le tensioni quindi sembrano riguardare soprattutto la vicenda dell’Ilva, ma altri osservatori non escludono che il casus belli dell’allontanamento dei due deputati possa essere rintracciato nella complessa discussione sulla restituzione della diaria.
Ieri si è assistito anche ad un’accesa polemica tra Vito Crimi, capogruppo grillino al Senato, e il collega Michele Giarrusso. A mandare su tutte le furie Giarrusso è stata l’assenza di Crimi all’elezione del presidente della Giunta per le elezioni e le immunità parlamentari: “Dopo quattro mesi trascorsi a fare un casino per l'ineleggibilità di Berlusconi, il capogruppo non si presenta al voto?” ha dichiarato inviperito Giarrusso. L’ira era talmente tanta che il senatore ha perfino annunciato un suo abbandono del gruppo, ipotesi poi scartata, con la conferma dello staff di comunicazione del gruppo al Senato: “Le ipotesi di autosospensione sono ritirate”.
La tensione all’interno del Movimento resta comunque altissima. E la possibilità di una scissione interna prende sempre maggiore quota.
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