Dopo più di un mese di colloqui, mandati e consultazioni, la politica italiana resta immersa nello stallo generato dal risultato elettorale. Falliti i tentativi di Bersani di trovare una maggioranza, ora la notizia – ideata, realizzata e resa nota dal presidente Napolitano – è che il governo Monti “resta pienamente operativo” e che chiamate a sbrogliare la matassa saranno due speciali commissioni di “saggi”.
Il saggio ciellino Mario Mauro, il saggio Gaetano Quagliariello di Eluana memoria, il saggio magistrato di area Pd prestato alla politica Valerio Onida… : potrebbero essere scritte decine di articoli sulle sorprendenti caratteristiche della figura del saggio moderno (evoluzione antropologica dell’ormai primitivo e bistrattato “tecnico”), ma il problema che si pone è un altro.
Mentre, infatti, alcuni sciorinano lodi per il presidente della Repubblica (vedi Scalfari), altri rispolverano faldoni giudiziari per dare il benvenuto ai saggi (vedi Il Fatto), ed altri ancora sottolineano – inevitabilmente – la gravità di quello 0 sotto la categoria “donne”, in pochi hanno deciso di avanzare la domanda che, in un modo o nell’altro, tutti si stanno ponendo: ma queste commissioni a cosa serviranno?
Napolitano si è infatti limitato a dichiarare che “il compito dei saggi sarà quello di stendere due rapporti, uno per le riforme istituzionali e l’altro per i più importanti provvedimenti di carattere sociale ed economico, che possano essere presi in considerazione come possibile punto per una base programmatica che indirizzi l’azione del prossimo governo”.
L’evidente utilizzo del condizionale (“possano essere considerati” come “possibile punto di partenza”) e il riferimento ad un oscuro prossimo governo (con questo parlamento o con nuove elezioni?), danno l’impressione che tutto questo trambusto, oltre che incomprensibile, finirà col risultare completamente inutile.
L’obiettivo, insomma, – data l’impossibilità costituzionale per Napolitano di sciogliere le Camere –sembra quello di arrivare attraverso l’espediente delle commissioni al 15 aprile, data in cui si avvierà l’iter per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Ai saggi l’amaro compito di occupare l’attenzione dei media e dei politici fino a quella occasione.
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