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15/11/24 ore

Ponte Morandi, anche “sotto casa di Beppe Grillo”...



Dagli applausi agli insulti il passo è breve, soprattutto se i primi sono stati strappati con destrezza senza meritarlo davvero, ma cavalcando l'onda anomala che ancora li strascina.

 

I 5 Stelle in qualche modo ne hanno avuto sentore con la vicenda dell'Ilva di Taranto, quando alcuni esponenti del Movimento hanno avuto bisogno della protezione delle forze dell'ordine per sfuggire alla rabbia di chi contava sulla chiusura dello stabilimento siderurgico, come da promesse elettorali valse più del 50% di voti in città.

 

Ora, con la vicenda del ponte Morandi di Genova la questione si fa ancor più delicata, dopo un mese e mezzo a suo modo paradigmatico della natura e della qualità di chi ci governa.

 

L'ultima tragicomica notizia è ormai nota: dopo l'annuncio di mari e monti, oltre che di nuovi ponti, il Decreto Genova per gestire l'emergenza e avviare quanto prima la ricostruzione dell'infrastruttura crollata, di cui si erano perse le tracce dopo essere stato sventolato ai quattro venti dal premier Conte, è riapparso sulla scrivania della Ragioneria generale, che lo ha bloccato a causa della mancata indicazione di costi e coperture alle spese. Al loro posto sono stati messi inquietanti puntini sospensivi, che fotografo mirabilmente lo stato generale dell'arte che sta facendo spazientire i genovesi.

 

Il trionfo mediatico ai funerali delle vittime della tragedia d'agosto sembra così già un lontano ricordo. La popolazione attende risultati e concretezza e nemmeno più sorride amaramente per il quotidiano cabarettismo involontario del ministro Toninelli. E mentre Luigi Cetto Laqualunque Di Maio annuncia a Porta a Porta “l'abolizione della povertà” con la prossima legge di Bilancio, cresce il malcontento per il pasticcio grillo-leghista.

 

Si apprende infatti che nel capoluogo ligure "il mondo del lavoro, del commercio e delle professioni, del porto è ferocemente arrabbiato". Il presidente del Comitato degli sfollati del ponte Morandi, Franco Ravera, ai microfoni di Mediaset non ha usato mezzi termini: "siamo pronti ad andare a protestare sotto qualche palazzo”. Compreso quello a Sant'Ilario: “sotto casa di Beppe Grillo"! (red.)

 

 


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