Meno male che c'erano le paludi. Altrimenti non ci sarebbero state le bonifiche, divenute poi la carta jolly da giocarsi per riabilitare in qualche modo il Ventennio. Perché anche “cose buone” furono fatte allora. O no?!
Se ne discute spesso, in questi tempi nostalgici, nei classici discorsi da bar. Non a caso Matteo Salvini, ideale avventore di un qualsiasi punto di ristoro di provincia, li ha ripresi paro paro nel corso del programma radiofonico Circo Massimo, sottolineando proprio la questione: "Mussolini ha bonificato le paludi”. Ma non solo: “che nel periodo del fascismo Mussolini abbia costruito tante cose, che sia stato introdotto il sistema delle pensioni è un'evidenza".
Come è forse evidente che il leader della lega ha letto prima il commento sul 'Giornale' Giordano Bruno Guerri. Lo storico “liberale e democratico” (che tanto non si negano più a nessuno) ha voluto rispondere al Presidente Mattarella, che “ignora la storia” quando parla di “un regime senza meriti”.
Guerri li ha invece elencanti, i meriti, più o meno attingendo dal “solito elenco dei discorsi da bar” : “la scolarizzazione massiccia, la frenesia di opere pubbliche, la lotta alla tubercolosi, l'avvio della previdenza sociale, un rinnovato orgoglio di sentirsi italiani, l'avere portato il popolo a partecipare alla vita sociale...”, oltre che – per l'appunto – la bonifica delle paludi: la più decantata da certi italiani.
Perché è pur vero che ci sono state – come ricorda lo stesso storico del fascismo - “le odiose volontà di dominio e di conquista, esaltazione della violenza, retorica bellicistica, sopraffazione e autoritarismo, supremazia razziale”; ma vuoi mettere, la fascistissima Sabaudia? (A.M.)
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