Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

23/12/24 ore

La “rivoluzione liberale” di Luigi Di Maio



Si stenta a credere che tra le tante cose belle che ci potrebbe regalare un governo a 5 Stelle ci sia anche – tenetevi forte - “la rivoluzione liberale”. Eppure così pare. Almeno a voler dar credito alle parole del candidato premier Luigi Di Maio.

 

Visto che Silvio Berlusconi ha solo promesso senza mantenere, ci penseranno allora loro, i grillini, ad arrivare fin dove altri non sono riusciti. Anche se, a dire il vero, qualche dubbio in proposito ci è sorto...; e non tanto per il fatto che il Movimeto 5 Stelle - per storia, parole e fatti di questi anni - rappresenta quanto di più lontano ci sia dai pur minimi principi liberali.

 

L'ottimo proposito di Di Maio risulta infatti già in partenza un "filino" in contraddizione con un altro geniale piano per il Paese. Vale a dire, lo sforamento dei parametri europei sulla spesa dello Stato, in barba al colossale debito pubblico italiano. Il giornalista Caprarica su La7 lo ha fatto sommessamente notare, nel corso del programma Piazza Pulita.

 

Ma lui ha rassicurato: “la rivoluzione liberale si fa smettendo di sprecare soldi nella P.A e nei privilegi della politica”. Come per esempio si sta facendo a Roma con il programma di accorpamento delle partecipate del Comune e il “liberalissimo” piano con cui si sono portati i libri dell'Atac in tribunale...

 

Insomma, secondo Di Maio per la ricetta liberale basta "tagliare gli sprechi". Se fosse vero, si potrebbe intanto iniziare riducendo all'osso le parole dette a casaccio. Saremmo già a buon punto. (A.M.)

 

 


Aggiungi commento