Contro il “turismo del dolore”, grazie, “No selfie”. Ad Amatrice l'invito del sindaco Pirozzi è stato accorato: "Continuate a volerci bene - ha scritto sul suo profilo Facebook - e rispettare il nostro dolore. Amatrice è forte...".
Nonostante tutto c'è da dire. E il tutto, di fatto, è il nulla. Perché nonostante le dichiarazioni di intento a caldo, i soliti buoni propositi e i “mai più come prima” elargiti a buon mercato, il post terremoto segna il passo lento, lentissimo, che ben conosciamo dalla storia italica.
Come racconta 'la Repubblica' – a quasi un anno dalla tragedia – il tempo sembra si sia fermato. Oltre l'occhio, anche i dati stanno a testimoniarlo: il 92 per cento delle macerie resta lì, a terra; il 92 per cento delle casette di legno risultano non consegnate.
Intrappolata nel caos dalla burocrazia, dal circolo vizioso di farraginose procedure di assegnazione, dalla solita giostra su appalti e subappalti, la ricostruzione nelle zone dell'appenino centrale colpite dal sisma a più riprese è praticamente ferma al palo. Tant'è che mai come questa volta quel modo di dire utilizzato per sbeffeggiare qualcuno o qualcosa - all'amitriciana, appunto - acquista, beffardo, un senso tristemente proprio. (A.M.)
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