Secondo la definizione data dalla Treccani, il Conservatorismo e quella “posizione culturale e politica di chi sottolinea il valore della continuità di fronte al cambiamento, contro le ideologie progressiste, difendendo l’ordinamento politico-sociale tradizionale dagli impulsi innovatori”. Per contro, con Riformismo s’intende "in genere, ogni metodo d’azione politica che, ripudiando sia i sistemi rivoluzionari sia il conservatorismo, riconosce la possibilità di modificare l’ordinamento politico sociale esistente solo attraverso l’attuazione di organiche, ma graduali riforme. Si dice anche, in senso spregiativo, di una politica, sostanzialmente conservatrice, che si limita a marginali riforme in un dato sistema sociale, senza modificare le fondamentali strutture del sistema stesso”.
Benché siano dunque sostanzialmente in contrapposizione, l’ex berluschino pugliese, Raffaele Fitto, ha avuto l’idea geniale di mettere insieme i due termini, sintetizzando, già nel nome, in un ossimoro la nuova Associazione di ex Forzisti.
Conservatori e Riformisti è infatti il nuovo gruppo di fuorusciti dal partito di Berlusconi in cerca di migliori fortune. Come sempre in questi casi, si prende a modello qualcuno, possibilmente dall’estero. Per l’occasione, Fitto vuole sfruttare l’onda lunga dei successi di Cameron in Gran Bretagna. È lui, infatti, il punto di riferimento da imitare per una destra, si dice in questi casi, moderna.
Intanto, già dal battesimo tutto sa di modernariato di scarsa qualità.
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