Quando, durante il semestre italiano, il presidente del consiglio Renzi ottenne che la titolare della Farnesina, Mogherini, fosse scelta quale "ministro degli esteri" dell'Ue, presentò la nomina come il segno del cambio di verso da lui impresso nel rapporto con le istituzioni europee. Di fronte alla crisi ucraina, si è ben visto che a contare davvero sono pur sempre i rapporti di forza reali.
La cancelliera tedesca Angela Merkel che, accompagnata da Hollande, media con il premier russo Putin, è la dimostrazione palese che l'Europa è priva di una vera identità politica comune e che, qualora fosse ancora in dubbio, il ruolo di commissario agli esteri affidato all'Italia è nei fatti irrilevante. A confermarlo un altro segnale: nelle trattative sul nucleare iraniano, in rappresentanza del consiglio europeo, partecipava l'ex lady Pesc, mrs. Ashton.
La formula Stati Uniti di Europa, così proposta, cui ha fatto ricorso lo stesso Renzi tempo fa, rischia di essere ancor meno che utopica o velleitaria, ma appare semplicemente vacua. Al pari di certo scomposto agitarsi, spacciato per strategica abilità politica.
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