Budapest - Con queste parole Gordon Bajnai ha concluso il suo intervento davanti a una folla che la fredda e piovigginosa domenica non ha fatto desistere dal riunirsi e contarsi, orgogliosamente numerosa. Dopo lo shock dell’altro ieri per le parole di Marton Gyongyosi che alla Camera, durante la discussione sulle tensioni a Gaza, ha chiesto al governo di stilare una lista dei funzionari ebrei in quanto pericolosi per la sicurezza interna, immediata è stata la reazione della comunità ebraica ma anche dei comuni cittadini davanti al palazzo del Parlamento a Budapest.
Quella di oggi è dunque la seconda manifestazione, più estesa e ufficiale, contro la dichiarazione del leader del partito Jobbik (Destra per una migliore Ungheria). Persino il primo ministro Orban, di solito morbido verso le posizioni dell’estrema destra alleata della sua maggioranza, ha dovuto dissociarsi, emulato dello stesso parlamentare che, in seguito al clamore delle proteste giunte dall’intera comunità internazionale, ha rettificato affermando che si riferiva agli ungheresi con passaporto israeliano e non a tutti i connazionali di religione ebraica.
L’episodio si è verificato all’indomani dell’approvazione della nuova legge elettorale che obbliga i votanti alle elezioni del 2014 a iscriversi in apposite liste.
Definita legge truffa in quanto mira proprio a demotivare gli indecisi e i delusi dall’intera classe politica, quasi metà dell’elettorato, dal recarsi alle urne per esprimere il loro dissenso verso il governo in carica.
Secondo i sondaggi il Fidesz , il partito del premier Orban, sarebbe attestato al 22% dei consensi, il neonato movimento di opposizione Insieme 2014 di Gordon Bajnai al 14%, i Socialisti al 10%, mentre Jobbik all'8%.
Per l’ex primo ministro Ferenc Gyurcsany "Le prossime elezioni in Ungheria non saranno né libere, né oneste, e si prevede un'affluenza ridotta al 50% dell'elettorato". Ma si deve anche registrare il declino della popolarità del premier Orban a causa della crisi economica e dei sempre nuovi sacrifici imposti dal suo governo. Non si può dunque escludere, nonostante le modifiche al sistema elettorale introdotte dalla legge truffa, un inatteso exploit dei partiti di opposto schieramento: Socialisti, Verdi e Insieme 2014.
Vincenzo Basile
(foto di Vincenzo Basile)
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