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16/11/24 ore

Pena di morte, la Turchia pensa al ripristino



Il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan ha detto che Ankara valuterà se introdurre la pena di morte per crimini terroristici, un decennio dopo aver abolito la pratica. "L'autorità (di perdonare un assassino) appartiene alla famiglia della vittima, non a noi",  per questo c'è "bisogno di effettuare i necessari aggiustamenti e rivedere la propria posizione" - ha detto Erdogan, citato dall’agenzia di stampa Anatolia - considerato che la pena di morte esiste in Cina, Giappone, Russia e Stati Uniti".

 

Già la scorsa settimana, il premier aveva sollevato la questione, citando il favore popolare nei confronti della pena capitale in relazione al caso di Abdullah Ocalan, il leader incarcerato della ribellione armata curda. Ocalan è stato accusato di tradimento e condannato a morte nel 1999. Ma la pena è stata commutata in ergastolo nell'ottobre 2002 dopo che la Turchia ha abolito la pena di morte sotto la pressione dell'Unione Europea, cui Ankara vuole unirsi.

 

L’idea di Erdogan di porre la questione della pena di morte all'ordine del giorno del parlamento giunge mentre è in corso uno sciopero della fame da parte di circa 700 prigionieri curdi. I detenuti in sciopero della fame vogliono condizioni carcerarie migliori per Ocalan, che è stato tenuto in isolamento per un anno e mezzo, e l'abolizione delle restrizioni sull'uso della lingua curda. Alcuni di coloro che protestano sono stati a digiuno per 61 giorni, ma Erdogan ha respinto la protesta come "uno spettacolo, un ricatto, un bluff."

 

Il 10 novembre, diversi deputati del filo-curdo Partito per la Pace e la Democrazia (BDP) si sono uniti allo sciopero della fame. Circa 45.000 persone, la maggior parte curda, sono rimaste uccise nei combattimenti con l’organizzazione di Ocalan, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), considerato un'organizzazione terroristica da Ankara e da gran parte della comunità internazionale. (fonte Nessuno tocchi Caino)


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