Niente incappucciati. Niente Ku Klux Klan: secondo l'Fbi Sharmeka Moffit, la ragazza nera della Lousiana ricoverata con il 60% del corpo ustionato, si sarebbe inflitta da sola le ferite, inscenando l'aggressione a sfondo razzista.
La ventenne, secondo quanto dichiarato da Kyle Hanrahan, portavoce dell'ufficio di polizia federale dello stato americano, avrebbe dapprima scritto sul cofano della sua auto la firma del KKK e la parola 'negro' e poi si sarebbe versata del liquido infiammabile su tutto il corpo, dandosi fuoco. Successivamente Sharmeka avrebbe chiamato la polizia, dichiarando di esser stata circondata e bruciata da tre uomini con dei cappucci bianchi.
Nonostante gli inquirenti sembrino quasi sicuri della messa in scena ordita dalla ragazza, avendo rilevato le sue impronte su un accendino e su una boccetta di liquido infiammabile trovate nell'auto, le indagini andranno comunque avanti, soprattutto per cercare di capire le possibile cause all'origine di un gesto simile.
La giovane è infatti tuttora ricoverata in condizioni molto gravi nell'ospedale State University di Shreveport con ustioni di terzo grado alle braccia e di primo grado al petto.
“La nostra famiglia è devastata nell'apprendere le circostanze che riguardano le ferite di nostra figlia – ha dichiarato la madre di Sharmeka – non era certo quel che ci aspettavamo, ma è qualcosa: siamo davvero spiacenti per i problemi che tutto questo possa aver causato e vogliamo esprimere il nostro apprezzamento per tutto l'amore, le preghiere e il sostegno ricevuto da amici, conoscenti, gruppi della chiesa e autorità pubbliche”. (red)
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