Muoverà le sue manine, ti fisserà negli occhi come se ti vedesse per la prima volta e, con uno dei suoi sempre più frequenti sorrisetti, sillaberà timidamente....'Ge-ni-to-re 1'. Perchè è così che ti chiamerai, sì, tu, che hai lottato tanto per avere questa piccola creatura tra le braccia, per poterla crescere assieme al tuo compagno, maschio anche lui, gay come te, sfidando tradizioni e cultura, offrendo lo stesso amore e la stessa protezione che avrebbe assicurato una coppia etero.
Ma siamo in Francia, ed è il 2012: il politically correct infrange ogni consuetudine, inventa linguaggi, straccia vecchi quaderni, dimentica la poesia. Così, se il prossimo 31 ottobre il progetto di legge 'Matrimonio e adozione per tutti' sarà approvato dal Consiglio dei Ministri di Francois Hollande, le parole 'mamma' e 'papà' scompariranno dal libretto di famiglia di ogni cittadino francese per essere sostituite dalle più rispettose 'genitore 1' e 'genitore 2'.
E' quanto è proposto nell'articolo VII della bozza, che, assieme al V (“Marito e moglie sono sostituiti dal termine 'sposi'”), rientra in quelle “Disposizioni che mirano a rendere coerente il vocabolario del codice civile” (art. III), concernenti tutta la popolazione, senza distinzione di orientamento sessuale. E proprio la genericità del provvedimeno è alla base delle prime polemiche che infuriano oltralpe, tra le file dei cristiani e non solo.
Secondo l'arcivescovo di Parigi, infatti, tralasciando per un attimo la questione del matrimonio tra persone dello stesso sesso, la nuova legge coinvolgerebbe, modificandone l'assetto, tutte le famiglie, non solo quelle omosessuali, mettendo in discussione ruoli culturali, prima ancora che biologici.
Come ricorda la filosofa Sylviane Agacinski (moglie dell'ex premier socialista Lionel Jospin), “esiste una identità di struttura tra la coppia genitoriale uomo-donna, sessuata, e la bilateralità della filiazione (cioè il fatto che i figli abbiano due genitori)”: l' “alterità sessuale – spiega dunque Agacinski - dà il suo modello formale alla bilateralità genitoriale; è per questo, solo per questo, che i genitori sono due, e non tre o quattro”.
Nuovi idiomi, dunque, per ruoli diversi o una semplice rinfrescatina al vocabolario civile che inciderà ben poco sulla realtà? Alle associazioni a favore delle nozze gay poco importa “di sapere chi sarà il genitore 1 e 2, a meno di non essere attaccati a una forma di gerarchia come quella tra padre e madre”.
Per Nicolas Gougain di Inter-Lgbt, infatti, si tratta “solo di una necessità di buon senso amministrativo, farne uno scontro idelogico non ha senso”. Ai probabili futuri ex-mamme ed ex-papà l'ardua sentenza.
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