I Fratelli Musulmani - vincitori alle elezioni parlamentari e a quelle presidenziali in Egitto - avrebbero perso molti consensi in pochi mesi. Per questo si starebbero attivando su più fronti per ovviare al problema. Nel mirino della Confraternita e dello stesso presidente Morsi sono finiti anche gli operatori dell’informazione.
In particolare - secondo quanto riferisce una corrispondenza di Asianews – il giornalista Tawfiq Okasha, deve difendersi dalle accuse di offendere il presidente e di mettere in cattiva luce l'islam. Okasha, oltre a essere un noto presentatore è proprietario del canale televisivo satellitare Al-Faraeen. Ma quel che è peggio costituisce voce critica rispetto all'integralismo dei Fratelli musulmani e dei salafiti.
In riferimento alle ultime elezioni, Okasha “ha accusato il capo dell'intelligence, il gen. Abdel Fattah al-Seesy, di essere al soldo del Qatar e di aver favorito il più possibile la vittoria di Mohammed Morsi, esprimendo anche dubbi sulla validità della consultazione elettorale, dato che molti copti (secondo lui il 50% di essi) non avevano potuto votare”.
Per tale posizioni Okasha è stato accusato di "insultare l'islam e provocare divisioni settarie", come pure di "falsità intenzionale e accuse che giungono fino alla diffamazione e alla calunnia" contro il presidente Morsi.
Quest'ultimo si è prodotto in una sorta di "editto bulgaro" di berlusconiana memoria, chiedendo perfino che Okasha sia bandito da tutti i canali televisivi.
A settembre Okasha dovrà comparire in tribunale. Una Ong egiziana – riferisce sempre Asianews - di avvocati ha chiesto a tutti i colleghi di difendere il presentatore per salvaguardare "la libertà di opinione e di espressione, che va difesa anche dopo la rivoluzione".
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