“Russia ti amo”, “Siamo tornati a casa” gridano centinaia di persone in piazza Nahimov, a Sebastopoli, mentre le bandiere russe sventolano nell’aria al ritmo dell’inno di Mosca. All’indomani del referendum che con il 96,6% delle preferenze ha detto sì alla secessione dall’Ucraina, il Parlamento di Crimea ha votato formalmente per l’indipendenza e ha chiesto al Cremlino di far diventare la penisola un nuovo soggetto della Federazione Russa con lo status di Repubblica.
85 deputati su 95 hanno infatti approvato una dichiarazione nella quale si dice che le autorità di Crimea hanno da subito il pieno controllo delle istituzioni e delle proprietà della penisola; da oggi, inoltre, valuta ufficiale della Crimea sarà il rublo, per decreto in circolo assieme alla grivna ucraina fino al gennaio 2016.
“Nessuno ci potrà togliere la nostra vittoria, entriamo nella Russia” ha dichiarato il primo ministro della Crimea, Sergei Aksionov, mentre Mosca, dal canto suo, ha fatto sapere che accetterà l’esito della consultazione e coopererà con le nuove autorità ucraine a condizione che Kiev adotti una nuova costituzione per il federalismo del paese e accetti l’annessione della Crimea nella Federazione russa.
In tutta risposta, però, il parlamento ucraino ha dato il via libera alla parziale mobilitazione dell’esercito, dal momento che il presidente ad interim, Oleksandr Turchynov, ha fermamente condannato la “prolungata aggressione in Crimea che – ha detto - la Russia sta tentando di nascondere con questa grande farsa che loro chiamano referendum e che non sarà mai riconosciuto né dall’Ucraina né dal mondo civilizzato”.
L’Europa e gli Stati Uniti, dal canto loro, hanno fatto sapere di considerare “illegale e illegittimo” il referendum e hanno annunciato pesanti sanzioni. E sale la tensione tra Mosca e Washington: “Il voto in Crimea, svoltosi sotto la minaccia di violenze e l’intimidazione di un intervento da parte dei soldati russi, viola le leggi internazionali – afferma in una nota la Casa Bianca – Le azioni della Russia sono pericoloso e destabilizzanti”: Mosca, ha sottolineato l’amministrazione Obama, deve mettere fine alle “incursioni” in Crimea.
Intanto i 28 ministri degli Esteri dell’Ue hanno concordato a Bruxelles di infliggere sanzioni a 21 personalità russe e della Crimea reputate coinvolte nell’intervento di Mosca: tra le misure la negazione dei visti e il congelamento dei beni detenuti all’estero, mentre altri provvedimenti restrittivi potranno essere approvati nei prossimi giorni, quando a Bruxelles di riuniranno i capi di Stato, “a seconda dell’evoluzione della situazione in Crimea”.
“Una questione grave e drammatica”, quella che sta affrontando l’Ucraina post- Yanukovich, alla quale, ha spiegato il premier Matteo Renzi, l’Italia sta lavorando “insieme alla Francia, la Germania, la Gran Bretagna perché si possano ridurre le frizioni e perché si possa dare il messaggio che il diritto internazionale è difeso e salvaguardato, cosa che non sta avvenendo”.
Per questo motivo la cancelliera tedesca Angela Merkel ha chiamato al telefono Vladimir Putin, cercando di concordare il possibile invio in Ucraina di una missione su larga scala dell’Osce: i due si sono accordati di proseguire la discussione su questa ed altre questioni anche tramite i ministeri degli esteri, ma il presidente sovietico è stato chiaro: “Mosca rispetterà la scelta degli abitanti della Crimea”, la cui volontà viene espressa “nel pieno rispetto delle norme del diritto internazionale”.
é uscito il N° 118 di Quaderni Radicali "EUROPA punto e a capo" Anno 47° Speciale Maggio 2024 |
è uscito il libro di Giuseppe Rippa con Luigi O. Rintallo "Napoli dove vai" |
è uscito il nuovo libro di Giuseppe Rippa con Luigi O. Rintallo "l'altro Radicale disponibile |