Ha fatto il suo ritorno in Italia Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov prelevata e rispedita in Kazakistan il 31 maggio scorso, assieme alla piccola figlia Alua, in seguito ad una contestata e ancora oscura operazione di polizia.
Una figura miserabile la definì, una volta venuta a sapere dell’accaduto, il ministro degli Esteri Emma Bonino: per le gravi violazioni delle procedure usate per espellere a tempo di record la donna, per gli interrogativi circa i reali motivi politici dietro l’intera vicenda (Ablyazov, ora detenuto in Francia, è il principale oppositore del dittatore kazako Nursultan Nazarbayev), e soprattutto per il silenzio del ministro dell’Interno Angelino Alfano, sul quale ricadeva la responsabilità dell’azione di polizia, ma che decise di trincerarsi dietro un imbarazzante “non sapevo”.
A pagare per tutti, e in particolare per Alfano, furono il capo di gabinetto del Viminale Giuseppe Procaccini e il capo segreteria del dipartimento Alessandro Valeri. Fu lo stesso Procaccini, tuttavia, a smentire la versione del ministro dell’Interno, una volta presentate le dimissioni: “Lo informai, anzi, ho ricevuto l’ambasciatore kazako al Viminale proprio perché me lo disse il ministro, spiegandomi che era una cosa delicata”. Alfano però, nonostante tutto, decise di rimanere al suo posto. A finire nell’occhio del ciclone, insieme ad Alfano, fu ben presto anche Emma Bonino.
La linea del “sono tutti uguali e tutti responsabili” avanzata in modo qualunquistico da precisi soggetti politico-mediatici (primo fra tutti La Repubblica) – sulla base di ragioni più politiche che giornalistiche (l’indebolimento del governo Letta) –, non mancò infatti di inglobare dentro la sua logica propagandistica anche il ministro degli Esteri, estranea alla faccenda per le sue competenze e comunque la prima a muoversi per informare il premier e cercare una via di soluzione.
Gli sviluppi della vicenda, oggi, dimostrano che la “liberazione” di Shalabayeva sia stata il frutto di elaborate e costanti manovre diplomatiche portate avanti dal governo e soprattutto proprio dalla titolare della Farnesina. “Grazie Italia, grazie Bonino” sono state, non a caso, le prime parole della donna atterrata oggi a Roma (da notare, in continuità con quanto detto in precedenza, come La Repubblica abbia tagliato in homepage la seconda parte della frase di Shalabayeva e il suo riferimento al ministro Bonino).
E proprio ieri il ministro degli Esteri si è tolta qualche sassolino dalle scarpe, ribadendo ancora una volta che la Farnesina sul caso “non ha avuto responsabilità”, e che essa ricadeva invece sul ministro Alfano. “La legge italiana, per giusta o sbagliata che sia – ha aggiunto Bonino – come tutte le leggi dei paesi europei affida il controllo del territorio al ministero degli Interni, punto. La Farnesina, come in ogni altro paese, viene chiamata in causa solo se trattasi di diplomatici accreditati”.
Audio Conferenza stampa di Alma Shalabayeva (da Radio Radicale / Repubblica.it)
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