Nuovo scandalo in Gran Bretagna di origine alimentare. Dopo la notizia della carne di cavallo trovata in tracce negli hamburger (nel paese infatti il cavallo viene considerato un animale da compagnia), ora viene fuori che la carne di maiale, il cui consumo è vietato nella cultura islamica, sia stata data in “pasto” ai detenuti musulmani nelle carceri di sua maestà.
Sotto accusa è finita un’azienda dell’Irlanda del Nord, la Mc Colgan Foods Limited che è stata estromessa dalla lista dei fornitori ufficiali delle prigioni britanniche. Le analisi del Dna nei cibi halal (pasti che seguono i precetti di rito islamico) ufficialmente avrebbero dovuto contenere solo carne di manzo, invece hanno evidenziato anche “piccoli ma significativi quantitativi di carne di maiale”.
Se i consumatori musulmani gridano allo scandalo (migliaia sono infatti i pasti halal serviti nelle prigioni ogni giorno), il ministero della giustizia britannico tramite un portavoce si è dovuto scusare con la comunità islamica del paese rassicurando che tutte le precauzioni in merito a questa vicenda verranno prese: ”Sappiamo che questo può essere un elemento disturbante nella vita dei carcerati e per questo stiamo prendendo tutte le precauzioni del caso”.
La società inglese da tempo si è dimostrata sensibile e attenta alle differenze confessionali tra i cittadini del regno, tanto da promuovere una legge che garantisce e protegge le diverse abitudini alimentari nei servizi mensa (siano essi ospedali o carceri), ma Masood Khawaja, dell’autorità di controllo del cibo halal, ha ricordato che oltre ai problemi di etichettatura dei cibi e rispetto delle regole europee, vi è stata un’evidente mancanza di rispetto nei confronti dei carcerati musulmani che sono stati raggirati, pur avendo per legge diritto a pasti “realmente” halal.
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