In questi giorni è tornata centrale la questione nucleare, grazie ad alcune dichiarazioni del ministro Roberto Cingolani che, opportunamente interpretate e travisate, hanno alimentato il consueto dibattito all'italiana sul nulla. Vale a dire sull'ipotesi che in Italia si torni a produrre energia nucleare, così e semplicemente.
Ovviamente le cose non stanno in questi termini. Cingolani ha fatto prima di tutto riferimento a una nuova tecnologia: al nucleare di "quarta generazione, senza uranio arricchito e acqua pesante", sul quale alcuni Paesi già investono", raccomandando di prenderlo in considerazione, qualora "a un certo momento si verifica che i chili di rifiuto radioattivo sono pochissimi, la sicurezza elevata e il costo basso". Dopo di ché, si è scagliato in un discorso più generale contro gli «ambientalisti radical chic», di cui "il mondo è pieno", come «è pieno di ambientalisti oltranzisti, ideologici", che per il ministro "sono parte del problema": "peggio della catastrofe climatica verso la quale andiamo sparati, se non facciamo qualcosa di sensato".
Quella di Cingolani è sembrata tutto sommato la tipica riflessione ragionevole di chi ha una visione delle tematiche "verdi" diametralmente opposta a quella dell'ambientalismo dei no a tutto, ideologico, massimalista, estremista, anti-capitalista che da decenni occupa "manu militari" la scena nazionale, ieri con Alfonso Pecoraro Scanio e compagnia, oggi con Beppe Grillo e i suoi presunti eredi.
Il compianto Mario Signorino di "Amici della Terra" ne scriveva in tempi molto meno sospetti. Raccontava dei danni provocati dall'allora ministro Pecoraro Scanio, con l'avallo delle più influenti leghe in difesa dell'ambiente, e metteva in guarda dagli effetti rovinosi delle politiche ambientali scritte e sottoscritte nel programma del nascente Movimento 5 Stelle.
È singolare che Cingolani non ne è abbia avuto il minimo sentore. Strano che ignorasse la reale natura del grillismo. Si è lasciato strumentalizzare fino alla fine dal comico ligure, che lo ha usato come un vessillo nel governo Draghi, in nome delle nuove sfide del Movimento, della transizione ecologica, verso il 2050 e bla bla bla.
Bisogna dirlo: almeno in questo l'illustre scienziato non è parso un genio.
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