Aspettando il picco, annunciato in un primo momento per il 25 marzo, aprile ci ha regalato il plateau. Ci vorrà quindi più tempo per la discesa, poi si potrà iniziare a pensare al dopo. “Si entrerà nella fase 2 – ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte - solo quando gli esperti lo diranno...”.
Se non fosse - come ricorda Nassim Nicholas Taleb ne “Il Cigno Nero”, che i cosiddetti esperti hanno in generale un problema: “non sanno ciò che ignorano”, il Covid-19 per l'appunto. Non a caso la conferenza stampa delle 18 di ogni sera ha ormai di vero solo le occhiaie del povero Borrelli della Protezione civile, come dimostra anche l'ultima notizia sul numero dei pazienti guariti che in realtà non sempre sono da considerare guariti...
Tuttavia, non è il momento di fare polemiche - si dice ripetutamente. Anche se non è prudente lasciare troppo a lungo che il pianista suoni mentre la nave affonda. L'alibi iniziale – pur legittimo – dell'effetto sorpresa causato dalla pandemia comincia infatti a perdere consistenza. Il disastro, fin qui a tutti i livelli, non è più occultabile, tanto meno può essere tollerata la persistenza di certe falle nel sistema.
Ancora oggi, per esempio, alcuni sindaci lombardi guidati da Giorgio Gori hanno chiesto al governatore Fontana ragguagli sull'annoso problema – in realtà nazionale – delle “mascherine, il cui arrivo è stato promesso da tempo”; più generale hanno fatto domande sull'inerzia della Regione Lombardia a proposito della messa in sicurezza del personale sanitario, dei tamponi e dei ritardi per l'avvia dei test seriologici.
Ma se questo è lo stato dell'arte circa i tempi, i mezzi, e i modi per affrontare il nemico sul campo di battaglia principale, dopo due mesi di sconcertante impreparazione e inefficienza, nondimeno preoccupa il fronte economico-sociale, sui cui la nostra classe politica sta dimostrando come sempre poca lungimiranza.
Fermo restando il discutibile decreto "Cura Italia", i 5 Stelle hanno colto la palla al balzo per rispolverare l'armamentario assistenziale, per certi aspetti non sgradito al nuovo Pd a trazione ex-comunista. Financo Beppe Grillo si è rifatto vivo con il consueto delirio, proprio quando ci si rallegrava per la sua quarantena della lingua.
Dal lato opposto non è stata da meno Giorgia Meloni, in versione Cetto Laqualunque, con i 1000 euro per tutti subito, mentre Salvini confermava la predilezione per gli evasori, lanciando il super-mega-maxi condono dei condoni.
Per fortuna c'è l'Europa che mette tutti più o meno d'accordo: il capro espiatorio dei mali italiani, su cui oggi è ancor più gioco facile scagliarsi anche per nascondere i nostri limiti. Il tilt del sito INPS di ieri per l'elemosina dei 600 euro alle partite Iva ne costituisce la summa, se vogliamo: il caso di scuola che spiega una nazione in bambola.
È parso ingeneroso prendersela solo ora con il presidente Tridico. Da più parti si sono chieste le dimissioni, quando era chiara, fin dalla nomina avallata dalla stessa Lega, l'inadeguatezza di una delle menti sopraffine della covata grillina.
Ma c'è di peggio: Luigi Di Maio. Che pena vedere la Farnesina trasformata in un maldestro ufficio propaganda russo-cinese con venature castriste. Allo stesso modo sconcerta il Viminale, dal quale ci si poteva aspettare qualcosa di più e di meglio, una volta libero dalle buffonate del Papeete.
La circolare "esplicativa" sulla passeggiata col bambino e “l'attività generalmente consentita...che non va intesa come equivalente all'attività sportiva (jogging)”....resterà nella storia dei momenti tragicomici che viviamo. La sua lettura ci racconta un po' chi siamo e cosa siamo diventati, o forse cosa siamo sempre stati; ma soprattutto ci avverte dove rischiamo di schiantarci.
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