La crisi di agosto si è risolta abbastanza rapidamente – nonostante le ferie, il caldo…(fattori politici molto rilevanti…di questi tempi…) – e con il passaggio dal governo Conte 1al governo Conte 2, cioè con lo stesso Capo del governo. Ma qui è già possibile una prima osservazione: infatti si può ben ritenere che si tratti di un solo governo, che a un certo punto del suo corso ha cambiato maggioranza (da destra a sinistra)… con una sorta di rimpastone a cura dello stesso premier. La faccenda ha fatto un certo scalpore e si è dato molto rilievo a questa innovazione, si è addirittura parlato di trasformismo…
Anche se di trasformismo non si può certo parlare. Il trasformismo è fenomeno che deriva dal passaggio da una politica di scontro fra progetti politici di lungo respiro alla mancanza di grandi ideali e del subentrare di politiche largamente “personali”. Oggi invece un giudizio sul subentro del governo “Conte 2” al “Conte 1” non può fondarsi sulla comparsa un redivivo Talleyrand (che servì la monarchia, poi la rivoluzione, poi Napoleone e poi la nuova monarchia) ma deve muovere dal fatto che le nozioni di destra e di sinistra sono deperite, invecchiate e se ne parla senza che però se ne traggano le dovute conseguenze, come è stato in questa occasione.
Il cambiamento di questi giorni, chiamiamolo comunque così, non è stato interpretato con il metro giusto, perché passare oggi da destra a sinistra non ha più la portata politica di un tempo. E l’andamento di questa crisi ne fornisce una prova evidente. La “sconfitta” subita da Salvini è una possibile sconfitta del sovranismo e Conte lo ha capito andando subito per prima cosa a trattare con Bruxelles, che minacciava interventi sull’Italia per il nostro debito pubblico (non tanto sul deficit, che si aggiusta più facilmente).
E poi i “5 Stelle” – che, diversamente da Salvini, non sono mai stati sovranisti all’eccesso – si sono adesso persuasi a votare la nuova Presidente della Commissione europea che annuncia una politica finanziaria non ispirata al solo rigore (chi vivrà vedrà ndr). Del resto, anche la politica della Banca Centrale Europea di Mario Draghi (di acquisto dei titoli di Stato dei Paesi membri), non era certo la stessa di quella di Bruxelles.
In Europa si prende atto in sostanza della sconfitta subita nel 2005 con la bocciatura della Costituzione europea elaborata da Giscard d’Estaing e Giuliano Amato e ci si trova nella necessità di adottare a Bruxelles e a Strasburgo provvedimenti concreti e necessari, passando per i momenti di difficoltà del continente, che al livello nazionale non troverebbero soluzione. E questi problemi oggi investono anche la grande Germania, che deve ricorrere al livello europeo…
Sono piccoli passi con esiti sempre periclitanti. Il sovranismo è una dimensione della cultura politica europea molto più penetrante e subdola delle manifestazioni esplosive ed eccessive del salvinismo.
Si pensi ad esempio al fastidio profondo che dà il fatto che di continuo il livello europeo venga definito come internazionale, quando si tratta invece dell’aspetto più profondo e rilevante proprio delle politiche dei singoli Paesi europei, la cui struttura democratica è esposta a tutti i rischi legati proprio alla dimensione nazionale, o meglio statuale, delle nostre istituzioni.
Oggi nulla appartiene più alla politica interna della politica europea.
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