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16/11/24 ore

Politica, Personaggi senza copione


  • Danilo Di Matteo

La psicopatologia insegna che tante volte i nostri problemi personali scaturiscono dalla tendenza a ripetere il copione. E spesso, forse, è così anche nella vita pubblica.

 

Lo scenario che ci offre oggi la politica italiana sembra però, se possibile, peggiore. È quasi come se si agitassero tanti personaggi senza neppure uno stanco copione da riproporre, tale, se non altro, da consentire di distinguerli. Tutto appare sbiadito e, nel contempo, confuso. “Nuovo”, ad esempio, è Matteo Renzi, prossimo a ricevere il sostegno, fra gli altri, di Walter Veltroni (sempre in bilico tra Africa, narratore – l’ultimo suo sforzo L’isola e le rose / Rizzoli – e il ritorno in politica), oppure Pier Luigi Bersani, con i “giovani Turchi” a lui vicini, quali Stefano Fassina o Matteo Orfini? E che dire di Nichi Vendola e della sua “narrazione” insieme allettante e retorica?

 

Talora, addirittura, ciò viene confermato in maniera esplicita e persino “teorizzato”: “intanto andiamo alle primarie nel rispetto delle regole, poi si vedrà”. Oppure: presentiamoci agli elettori come “destra”, “centro” e “sinistra”; in seguito “valuteremo se allearci con Casini” o magari riproporre una “grande coalizione”.

 

Nomi, formule, sigle, volti sempre più inespressivi, insomma. Un tempo già si parlava di “tirare a campare” o del “potere che logora chi non ce l’ha”, e troppo spesso si navigava “a vista”. Però il muro di Berlino era ancora in piedi e gran parte delle forze politiche restava insabbiata nelle secche ideologiche; involucri che coprivano certo interessi e furbizie, comunque visibili.

 

Oggi, quasi senza pudore, i vari esponenti chiedono in buona sostanza ai propri militanti e ai cittadini di fidarsi del loro “saperci fare”, delle loro abilità di maneggioni. Senza neppure fingere di recitare un qualche copione.

 


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