di Fabio Viglione
Volgendo lo sguardo alla giustizia penale, le condizioni in cui attualmente versano le carceri italiane e l’ingolfamento dei carichi giudiziari rendono indifferibili misure volte ad uscire dall’emergenza. Un’emergenza che rende inaccettabile il trattamento sanzionatorio ed ingestibile la mole di procedimenti pendenti. L’obbligatorietà dell’azione penale e la modesta portata che in concreto ha caratterizzato la recente depenalizzazione non consentono di ritenere significativamente migliorata la qualità del servizio giustizia.
Da una parte il circuito carcerario, con le sue drammatiche disfunzioni, si allontana sempre di più dall’ottica costituzionale che guarda alla pena in funzione rieducativa. (Basti pensare al sovraffollamento, alla inidoneità degli spazi vitali, all’assenza di attività lavorative nelle strutture, al congelamento delle affettività). Dall’altra, il numero di procedimenti pendenti e la fisiologia dell’iter giudiziario ci consegnano sempre più numerosi accertamenti che, protraendosi per periodi lunghissimi, finiscono per arenarsi nei fondali della prescrizione. Processi che si trascinano stancamente verso una prescrizione già segnata, spesso perché cominciano con enorme ritardo rispetto alla commissione del reato.
In questo senso l’assenza di termini perentori utili a dettare il cronoprogramma dei tempi delle indagini (che talvolta si protraggono a dismisura pur in assenza di attività investigativa) sia un punto di criticità. Tuttavia, se da una parte la prescrizione rappresenta in ogni caso un fallimento per l’intero sistema, la “posta in gioco” è troppo delicata per consegnarsi a demagogiche fughe in avanti sul terreno della prescrizione.
Gli stentorei proclami alla eliminazione della prescrizione per dare un senso alla certezza della pena ed alla utilità del processo sembrano non voler prendere in considerazione i tanti aspetti che caratterizzano il rapporto tra il cittadino ed il sistema di regole. Credo si possa essere tutti d’accordo nell’affermare che il processo dovrebbe potersi concludere ben prima che intervenga la prescrizione. Questa ovvia condivisione non può tuttavia trasformarsi, per un difettoso automatismo, in una proposta di sostanziale eliminazione della prescrizione quale soluzione del problema...
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