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16/11/24 ore

Il terrorismo e la svolta indispensabile


  • Silvio Pergameno

Saint Etienne du-Rouvroy, un piccolo centro della Normandia nei pressi di Rouen: teatro tragico di un altro attentato di matrice islamista (non islamica) che nell’arco di breve volger di tempo colpisce in paticolare Francia e Germania: un sacerdote cattolico e alcuni fedeli massacrati in una chiesa cattolica (la parrocchia, tra l’altro – ironia della sorte – aveva donato il terreno per la costruzione della locale moschea)…

 

Gli attentatori hanno voluto specificamente e intenzionalmnete colpire un simbolo religioso, oppure il bersaglio è stato casuale, quello come un altro, scelto per fattori contingenti? Non lo sappiamo e in fondo non ha particolare interesse saperlo… a conti fatti la distinzione non fa la differenza.

 

Il gravissimo avvenimento segna una svolta: è un giudizio che si è ritrovato in molti commenti a caldo. E può essere una valutazione di rilievo. Non nel senso però di una evoluzione, di una ridefinizione degli obbiettivi del terrorismo alimentato e idealizzato dallo stato islamico, il cui obbiettivo è quello di colpire l’Occidente. Né si è voluto colpire la Francia perché cattolica come a Nizza non si è voluto colpire il 14 luglio festa nazionale dei francesi; come in Germania gli attentatori non hanno voluto colpire la Germania…

 

Attenzione, comunque: perchè a restare colpiti sono i valori dell’Europa della tradizione cristiana e dell’ Europa della democrazia occidentale, liberale e socialista, l’Europa tout court, l’Europa in Germania, l’Europa in Francia, l’Europa in Belgio o in Spagna o in Inghilterra anni fa: a rischio sono i nostri comuni valori, il nostro vivere in libertà e in sicurezza, nel progresso scientifico ed economico…senza dimenticare che l’Europa laica è figlia dell’Europa cristiana.

 

Il problema è che l’Europa degli stati non è in grado di affrontare i problemi del tempo che stiamo vivendo. Il problema è quello della nostra reazione alle questioni che ci investono, la sicurezza come l’immigrazione, la crisi economica come la politica estera. Nasce nella risposta qualunquistica e populistica dominante in tutti i paesi a cominciare dall’Inghilterra che esce dall’Unione Europea, registrando nel “leave” una forte componente legata al problema immigrazione; nasce in tutti gli altri paesi europei con i tanti 5 stelle e Leghe e Podemos e Le Pen e Geert Wilders e Alternativa per la Germania e più ancora PEGIDA o Orbàn in Ungheriao i cosiddetti “liberali” di Norbert Hofer in Austria o di Kaszinski in Polonia…la pluridecennale ricostruzione degli stati nazionali nel secondo dopoguerra riproduce fenomeni analoghi a quelli del primo dopoguerra.

 

La recrudescenza terroristica connota peraltro i giorni che stiamo vivendo di una dimensione tragica che colpisce direttamente i cittadini: le pesanti carenze degli stati nazionali feriscono direttamente la sicurezza collettiva, compromettono direttamente il nostro modo di vivere e la nostra stessa vita: la scarsa capacità di governare le situazioni, la difesa che ai livelli maggiori resta affidata alla buona volontà degli americani (e se a novembre vince Trump e se Putin f a qualche mossa pericolosa?), l’economia sempre più nelle mani di poteri economici incontrollati, perché gli stati europei sono troppo piccoli e deboli per assicurare una corretta competiione nei mercati….

 

E’ ora che gli europei, i cittadini europei acquistino consapevolezza del disastro nel quale gli stati nazionali ci hanno costretti e reagiscano di conseguenza.

 

 


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