Da diverso tempo, registriamo nel nostro paese l’assenza di soggettualità e proposte espressione della cultura laica, liberale e libertaria. Nei media prevalgono istanze di altro tipo, si dà spazio a personalità o gruppi politici che fanno parte di una compagnia di giro consolidata, funzionale all’annullamento preventivo e sistematico di qualunque azione non conforme o disturbante per l’assetto di potere. Purtroppo dobbiamo constatare che ciò si deve anche al comportamento di quei rari mezzi di cui potrebbe disporre l’esigua presenza radicale.
Radio Radicale, ad esempio, sembra oggi più una succursale della Rai che non un’emittente in grado di contribuire, per quanto possibile, alla conoscenza e diffusione di iniziative o analisi (da valutare, se si ritiene, anche criticamente) che sono frutto del patrimonio culturale derivante dalle lotte per i diritti civili.
Come l’ascoltatore dei programmi Rai, anche quello di Radio Radicale ignora pertanto che in queste settimane sia stato pubblicato "Alle frontiere della libertà. Come reagire alla società delle conseguenze", il libro-intervista di Giuseppe Rippa (con Luigi O. Rintallo) che – da radicale – propone una lettura della crisi politica attuale. E questo nonostante Radio Radicale abbia registrato la presentazione a Roma del volume edito da Rubbettino e intervistato l’autore.
Spesso si parla di avvelenamento dei pozzi liberali e libertari da parte della partitocrazia e del sistema informativo, asservito alle logiche spartitorie e consociative. Viene da pensare che in quest’opera di soffocamento delle voci libere, abbia deciso di distinguersi anche Radio Radicale. (red)
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